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Deroga al divieto di spostamento a Natale 2020 in arrivo: "Ma rischiamo la terza ondata"

Il governo Conte invita il Parlamento ad assumersi la responsabilità della scelta modificando il decreto legge o approvando una mozione. Ma avverte che il pericolo di favorire la circolazione del virus è concreta. Tre le ipotesi in campo

Non tutto è perduto, forse. Come riporta Today la deroga al divieto di spostamento tra comuni il 25 e il 26 dicembre e il primo gennaio dovrebbe arrivare, ma varrà soltanto per i municipi più piccoli (al di sotto dei cinquemila o dei 15mila abitanti) e arriverà preferibilmente con un voto del Parlamento, ma respingendo la mozione del centrodestra che dovrebbe essere discussa mercoledì 16 dicembre e che vuole la libertà di movimento per tutti. Questo è l'orientamento del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del governo, che sabato 12 dicembre e ha visto schierati in prima linea il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia e quello della Salute Roberto Speranza, spalleggiati dall'Istituto Superiore di Sanità. Un orientamento ben diverso da quanto annunciato con il Dpcm del 3 dicembre.

La deroga al divieto di spostamento a Natale 2020 e a Capodanno e il rischio terza ondata

L'esecutivo al contrario pensa se non sia necessario compensare le deroghe al divieto di spostamento con ulteriori limitazioni alle aperture dei negozi nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno. Sul tavolo ci sono in teoria ancora tre ipotesi: 

  • consentire gli spostamenti tra comuni confinanti; 
  • consentire gli spostamenti soltanto da e verso i comuni più piccoli (con limite a cinquemila o 15mila abitanti);
  • consentire gli spostamenti soltanto in ambito provinciale o attraverso un raggio di 20 chilometri. 

La maggioranza non ha però ancora deciso quale strumento legislativo utilizzare per raggiungere l'obiettivo. Scartata la possibilità di un Dpcm, che non sarebbe lo strumento adatto per una questione di gerarchia delle leggi visto che il divieto è stato sancito da un decreto legge, le ipotesi in campo sono due: modificare il decreto Natale, all'esame di Montecitorio, o approvare una mozione al Senato che impegni il governo a modificarlo. A quel punto toccherà quindi all'esecutivo, alla luce del voto parlamentare, assumere l'iniziativa, magari ritirando il decreto Natale per approvare in tempi rapidissimi un nuovo decreto contenente le modifiche agli spostamenti nei piccoli Comuni, che avrebbero comunque efficacia a partire dal 21 dicembre. Il tempo però stringe.

In programma, domenica 13 dicembre, una riunione del governo con i capigruppo di maggioranza, lunedì al Senato si discuterà il calendario dei provvedimenti. Se si sceglie la via parlamentare entro la prossima settimana il decreto Natale dovrebbe essere votato e approvato da entrambi i rami del Parlamento, andando di conseguenza a rimescolare i calendari delle due Aule già ingolfati da decreti e manovra proprio a ridosso di Natale. Intanto ieri è stato l'Iss a fornire un assist al governo per la linea dura: "Siamo ancora nella fase più critica e se a dicembre i comportamenti non saranno rigorosi, il rischio della terza ondata è abbastanza certo. L'appello agli italiani è dunque quello di rispettare le regole e mantenere il massimo di attenzione". Il Corriere della Sera scrive che nel vertice dei capi delegazione c'è chi chiederà di valutare anche un provvedimento compensativo: chiusura dei ristoranti a pranzo proprio nei giorni in cui si potrà uscire dal proprio Comune.

Spostamenti tra comuni e deroghe il 25 e il 26 dicembre e il primo gennaio

La decisione verrà presa prima di mercoledì, quando va in discussione, per gentile concessione della presidente del Senato Elisabetta Casellati, la mozione del centrodestra. Per il Messaggero la deroga potrebbe valere soltanto per il 25 dicembre e solo per i centri con meno di cinquemila abitanti e «con un raggio di spostamento limitato». Venti chilometri, non di più. E forse solo tra «Comuni confinanti». Insomma, non si potrà uscire dalle città, grandi o piccole. Tantopiù che viene scartata l’ipotesi di muoversi all’interno dei confini della Provincia.

C'è il timore che questo provvedimento possa essere l'anticamera della terza ondata. «Se vogliono rimuovere i vincoli in tutti i comuni italiani ci troveranno contrarissimi, se vogliono chiarimenti per i piccoli comuni nelle aree interne, il parlamento ha i mezzi per farlo», ha detto ieri il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia a SkyTg24. «Siamo ancora nella fase più critica e - ha aggiunto - se a dicembre i comportamenti non saranno rigorosi, il rischio della terza ondata è abbastanza certo". L'appello agli italiani è dunque quello di "rispettare le regole e mantenere il massimo di attenzione». 

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