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Palafitte di Ledro: "Riportiamo in valle centinaia di reperti sparsi per l’Italia"

A dirlo è stato l'attuale responsabile Donato Riccadonna in occasione dei festeggiamenti per il 50esimo del museo

Radici ben piantate nel passato per immaginare il futuro e sognare in grande. Circa mille persone domenica sera, 14 agosto, hanno partecipato al cinquantesimo compleanno del museo delle Palafitte di Ledro e assistito al grande spettacolo “Time machine. La preistoria sull’acqua”. Una gigantesca parete liquida, larga 90 metri e alta 10, ha fatto da schermo a spettacolari video-proiezioni sulla storia dell’umanità e del museo.

Nato nel 1972 come antiquarium, contenitore di reperti riaffiorati dall’antico villaggio palafitticolo patrimonio Unesco, oggi il museo delle palafitte del lago di Ledro è un vivace polo culturale capace di aprire nuove reti di relazione dentro e fuori il territorio e raccontare con linguaggi sempre nuovi la vita quotidiana dell’età del bronzo. Centro di una rete di altri piccoli musei e realtà culturali della valle di Ledro, negli ultimi 10 anni il museo ha potuto contare su un numero di visitatori costante, tra le 35mila e le 40mila persone all’anno.

Ogni anno sono oltre 150 gli appuntamenti che si succedono tra luglio e settembre (visite guidate, laboratori, eventi) su tutta la rete museale Ledro (ReLed). Inoltre, per il suo altissimo valore storico e culturale, il museo delle palafitte è meta di gite scolastiche e uscite sul territorio da parte delle scuole: si parla di numeri tra i settemila e i 10mila studenti all’anno che raggiungono Ledro per scoprire le palafitte e i preziosi reperti lì conservati.

A Ledro poi si guarda già al futuro: "Il sogno - ha detto Donato Riccadonna, attuale responsabile del museo - è quello di riportare a casa le centinaia di reperti ritrovati nel sito palafitticolo di Ledro che giacciono dimenticati in depositi e archivi sparsi in tutt’Italia. L'obiettivo è farli rivivere una seconda vita e interrompere quella lunga abitudine culturale che vede enormi depositi di reperti chiusi in polverosi magazzini lontani da dove sono stati scavati ed estratti".

Il soprintendente per i Beni culturali della Provincia Franco Marzatico, che è anche referente italiano dei “siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino” tutelati dall'Unesco, ha messo poi in luce l’importanza che ha assunto nella divulgazione il museo di Ledro, uno dei primi dove si sono sperimentate riproposizioni di palafitte e attività della preistoria, ma anche dal punto di vista dei ritrovamenti, perché ha restituito 10mila pali e oggetti di straordinario interesse come gli splendidi diademi, oggetti di prestigio indossati da capi, e in mostra nel museo.

Va ricordato infatti che le palafitte rientrano da un lato fra le oltre 100 località del sito transnazionale dedicato alle palafitte preistoriche dell'arco alpino, dall'altro nel territorio della riserva di Biosfera Alpi Ledrensi e Judicaria, un ambiente straordinario e ricco di biodiversità. 

I prossimi appuntamenti di “Palafittando”

L’estate del museo delle palafitte non si ferma qui. Domenica 21 agosto, dopo le attività in museo, ci si sposta all’Arboreto di Arco dove, nel contenitore “Sinfonia verde”, si esibirà la Vegetable Orchestra di Vienna con strumenti musicali ricavati da ortaggi e scarti vegetali. 

Domenica 28 agosto alle 14.30 il gran finale di “Palafittando 2022” con il duo “Sogni dell’Adige” e il punto sullo stato delle ricerche a Ledro.

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