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Sabato, 20 Aprile 2024
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Ritrovata mummia di un camoscio dopo 400 anni

Dopo sei ore di cammino, un escursionista della val Aurina si è trovato davanti agli occhi un qualcosa di insolito.

La mummia di un camoscio è stata ritrovata dopo 400 anni dall'escursionista Hermann Oberlechner, tra le nevi della val Aurina in Alto Adige, a 3200 metri di quota. Farà da modello per la ricerca degli esperti di mummie di Eurac Research a Bolzano e sarà studiato per migliorare le tecniche di conservazione di quelle di tutto il mondo. L'escursionista non si è accorto subito di quello che aveva davanti ai suoi occhi, il ritiro di un ghiacciaio ha fatto questo importante dono ai ricercartori dell'Eurac Research. «Solo metà del corpo dell'animale emergeva dalla neve - si legge dalle dichiarazioni di Oberlechner su Ansa -. La pelle aveva l'aspetto del cuoio, completamente senza pelo. Non avevo mai visto una cosa simile. Ho fatto subito una foto e l'ho mandata al guardiacaccia, insieme abbiamo poi avvisato la Ripartizione beni culturali».

Stava camminando da sei ore l'escursionista della val Aurina e quando ha notato la carcassa, dopo averla osservata attentamente e aver compreso che si trattava di un ritrovamento unico, ha informato il guardiacaccia. Sono poi state le truppe alpine, con la squadra soccorso del 6° reggimento alpini, che hanno garantito il recupero, la messa in sicurezza e il trasporto della mummia. Dopo essere stata trasportata a valle, la mummia è stata affiata a Eurac Research per la ricerca scientifica dalla Ripartizione beni culturali. L'animale è stato posizionato in una cella refrigerata a -5 gradi del laboratorio di conservazione, pronto per essere analizzato.

Ritrovare una mummia animale intatta con il suo antico Dna, è una fortuna, perché è un simulante perfetto per fare ricerca, permette di continuare gli studi. Tutto quello che viene fatto sui frammenti di Dna, ha delle conseguenze irreversibili. Le condizioni in cui è stato ritrovarto il camoscio mummificato, sono simili a quelle di molte mummie dei ghiacci ritrovate nel mondo, come per esempio Ӧtzi e la ragazza Inca Juanita. E questo ha portato molto entusaismo tra i ricercatori che potranno portare avanti i loro studi. «Il nostro obiettivo è utilizzare i dati scientifici per elaborare un protocollo di conservazione valido a livello mondiale per le mummie dei ghiacci - conclude Albert Zink, direttore dell'Istituto per lo studio delle mummie di Eurac Research su Ansa -. È la prima volta che una mummia animale viene utilizzata in questo modo».

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