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Venerdì, 19 Aprile 2024
Giustizia / Ala

Morte di Tenni, l'avvocato della famiglia: "I malati psichiatrici non sono come gli altri"

Dopo l'ordinanza di archiviazione del carabiniere che il 9 aprile 2021 ha ucciso il 44enne di Pilcante Matteo Tenni, l'avvocato De Bertolini parla di "provvedimento ingiusto". E ipotizza un ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo

Dopo l'ordinanza di archiviazione del carabiniere che il 9 aprile 2021 ha ucciso il 44enne di Pilcante Matteo Tenni, l'avvocato della famiglia, Andrea De Bertolini, parla di "provvedimento ingiusto" perché, dice a TrentoToday, "i malati psichiatrici vanno tutelati, a prescindere da quello che fanno: non possono essere trattati dalle forze dell'ordine come qualsiasi altro cittadino".

Morte di Matteo Tenni, il gip archivia il caso

Fin dall'inizio la ricostruzione delle parti era apparsa diametralmente opposta. Da un lato, il pubblico ministero Viviana Del Tedesco e l'avvocato del carabiniere Marcello Paiar parlano "dell’impossibilità di agire diversamente nonché della circostanza che l’indagato ha effettivamente esploso il colpo verso il basso usando la necessaria proporzione nell’azione difensiva". Dall'altro lato, l'avvocato Andrea De Bertolini, che difende la mamma della vittima Annamaria Cavagna, sostiene che quello sparo si poteva e si doveva evitare. Per Paiar il carabiniere si trovava a un metro e lo sparo era diretto al piede destro; per De Bertolini, invece, la distanza era di cinque metri e lo sparo sarebbe stato diretto.

Ora che il giudice per le indagini preliminari di Rovereto Consuelo Pasquali ha deciso di archiviare il caso e che per la riforma della giustizia voluta nel 2017 dall'allora ministro Andrea Orlando non è più possibile in casi come questo ricorrere per Cassazione, De Bertolini ipotizza un ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo. A Strasburgo la corte Edu si sta infatti occupando di un caso che la difesa della famiglia ritiene simile: la morte nel 2014 a Firenze di Riccardo Magherini durante un arresto da parte dei carabinieri. In quel caso i tre militari bloccarono a terra l'uomo (che sotto l'effetto di cocaina e in preda ad allucinazioni era convinto di essere inseguito da qualcuno che voleva ucciderlo) con una manovra che ricorda quella che nel 2020 ha causato la morte di George Floyd.

Per l'avvocato del carabiniere Paiar, invece, la questione psichiatrica non c'entra: "I militari sono intervenuti come sempre tentando di fermare la persona con i mezzi che avevano. Uscendo dalla vettura c'è stato un tentativo di dialogo, ma era come parlare con un automa, Tenno ha preso subito l'accetta e si è scaraventato sui carabinieri. Tra l'altro questo soggetto non aveva mai dato segni di così ampio squilibrio, in occasioni simili si era fermato come qualunque altro cittadino. Così, pur sapendo che non era un soggetto sano, i militari hanno agito pensando a una reazione ordinaria e normale".

A gennaio la Corte Edu ha chiesto all'Italia se l'uso della forza da parte dei carabinieri nel caso Magherini sia stato "assolutamente necessario e strettamente proporzionato". Ma soprattutto, afferma De Bertolini, "la corte vuole sapere se l'Italia ha delle procedure affinché i soggetti che si trovano in una fase acuta di un disturbo psichiatrico siano trattati diversamente dalle forze dell'ordine al fine di tenere conto della loro fragilità". Il governo italiano ora ha tempo fino al 26 aprile per fornire risposte alla corte. Risposte che potrebbero influire anche sul caso Tenni.

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