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Riforma sulla “Medicina del territorio”: presentata alla Consulta della salute

La riforma in pre-adozione dalla Giunta sarà successivamente illustrata al Consiglio dei sanitari e ai sindacati di categoria, per poi approdare in Quarta commissione prima dell’approvazione definitiva

Una nuova “medicina del territorio” per consentire ai cittadini di ricorrere alle cure di cui necessitano il più possibile vicino a casa. Sono questi i contorni della riforma della sanità trentina presentati dall’assessore provinciale alla salute, Stefania Segnana, dal direttore generale dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari, Antonio Ferro e dal dirigente generale del Dipartimento salute, Giancarlo Ruscitti ai membri della Consulta della salute alla quale partecipano i rappresentanti del terzo settore.

La riforma in pre-adozione dalla Giunta sarà successivamente illustrata al Consiglio dei sanitari e ai sindacati di categoria, per poi approdare in Quarta commissione prima dell’approvazione definitiva. L’assessore, si legge in una nota, ha evidenziato come la pandemia abbia messo in luce punti di forza e criticità del sistema sanitario trentino con gli ospedali di valle e il sistema sanitario territoriale, che sarà potenziato e valorizzato per rispondere alle esigenze dei pazienti di tutti i territori.

"La riorganizzazione - ha sottolineato Segnana - non tiene conto solo delle emergenze che vanno risolte nel breve periodo, ma guarda a questioni fondamentali come la carenza di figure mediche e di personale sanitario, in particolare per quanto riguarda le zone che distano maggiormente dai centri più popolosi. In quest’ottica, la medicina di famiglia avrà un ruolo centrale all’interno dei diversi Ambiti di valle, mentre le Medicine di gruppo integrate saranno costituite su base volontaria e avranno il pregio di offrire lo svolgimento di visite specialistiche anche a distanza con la telemedicina. Si tratta di iniziative che puntano anche a favorire la permanenza sul territorio provinciale dei giovani medici che saranno formati dalla Scuola di medicina. Infine il cosiddetto “ospedale policentrico” avrà lo scopo di valorizzare i diversi presidi presenti sul territorio in un’ottica di rete che favorisca un’alta specializzazione dei professionisti sanitari".

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