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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Mattarella riceve Joy, la giovane laureatasi a Trento dopo le torture in Nigeria

L'incontro del Presidente con i rifugiati in occasione del 40esimo anniversario del Centro Astalli

Un'altra giornata speciale per Joy Ehikioya: dopo la laurea di fine settembre, giovedì 11 novembre la giovane ragazza albina nigeriana è stata ricevuta dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del quarantesimo anniversario del Centro Astalli.

Joy è stata la prima studentessa laureata del Progetto accoglienza richiedenti asilo e rifugiati/e promosso dall’Università di Trento. In precedenza, la sua vita è stata segnata in maniera indelebile da violenze e ingiustizie, che l'hanno portata a scappare dall'Africa. Ora, l'incontro con Mattarella, insieme ad una delegazione del Centro Astalli.

Con lei, anche una coppia di coniugi afgani accompagnati da padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati.

I tre rifugiati, che sono sostenuti dal Centro Astalli nel loro percorso di integrazione in Italia, hanno avuto modo di raccontare al Capo dello Stato la loro storia personale, i motivi della fuga dai loro Paesi di origine e il percorso di inclusione in Italia.

Joy, in particolare, ha raccontato al Presidente la condizione di violenza e persecuzione cui sono sottoposte in Nigeria le persone albine come lei. Ma soprattutto ha voluto condividere la gioia della laurea arrivata il mese scorso e l’amicizia che la lega al Centro Astalli, che l’ha accompagnata ogni giorno del suo percorso a Trento, dove ha vissuto dal suo arrivo dalla Libia a Lampedusa.

"I rifugiati che hanno lasciato il loro Paese per mettersi in salvo da guerre e persecuzioni e che hanno fatto il loro percorso di accoglienza e integrazione in Italia sono stati ricevuti dal Capo dello Stato al Quirinale. Un momento bello e ricco di significati. Noi ne vogliamo sottolineare in particolare uno: il Presidente, accogliendoci, ha mostrato il volto di un’Italia solidale e aperta. I rifugiati sono parte delle nostre comunità, contribuiscono alla nostra crescita umana e culturale e rappresentano il volto del futuro" ha dichiarato padre Ripamonti al termine dell'incontro.

Durante l’incontro, Ripamonti ha anche voluto condividere con il Presidente la preoccupazione per i migranti alle frontiere d’Europa: "Al confine polacco si sta consumando l’ennesima tragedia in cui le vittime sono uomini e donne vulnerabili e in cerca di salvezza. Molti di loro sono afgani e scappano dal regime talebano".

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