A marzo qualità dell'aria "scadente" in Trentino
A dirlo il report mensile dell'Appa. Gli sforamenti scontano anche l'arrivo di polveri desertiche dal 15 al 18 marzo
Nel mese di marzo in Trentino si è registrata una qualità dell’aria “scadente”. A dirlo è il report mensile dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente (Appa).
I livelli di inquinamento atmosferico sono definiti da un indice di qualità dell’aria diviso in cinque classi: buono, discreto, moderato (per valori di concentrazione che rispettano tutti i limiti fissati dalla normativa a tutela della salute) e scadente e pessimo (per valori che in almeno una stazione di misura e per almeno un inquinante sforano i limiti).
Il giudizio è stato determinato dalle concentrazioni registrate per l’inquinante polveri sottili Pm10, con superamento del limite di media giornaliera in tutte le stazioni della rete. Le concentrazioni degli altri inquinanti monitorati (biossido di azoto NO2, ozono O3, biossido di zolfo SO2, monossido di carbonio CO e benzene) si confermano invece ben al di sotto dei valori limite.
Le Pm10 a marzo
Come spesso succede in questo periodo dell’anno si è venuta a creare una configurazione meteorologica sfavorevole alla dispersione degli inquinanti nei fondovalle e favorevole alla formazione del particolato secondario, quello che si forma in atmosfera in seguito a trasformazioni chimico-fisiche di altre sostanze anche per l’aumento dell’irradiazione solare rispetto al periodo invernale.
Inoltre attorno alla metà del mese di marzo si è verificato un fenomeno di trasporto di polveri desertiche che ha interessato larga parte del territorio europeo e i cui effetti sono stati visibili per alcuni giorni anche in Trentino. In particolare, tra il 15 e il 18 marzo le concentrazioni di Pm10 hanno superato il limite previsto per la media giornaliera in tutte le stazioni della rete provinciale di monitoraggio, compresa quella posta in quota sul monte Gaza, lontana da fonti emissive. Un secondo episodio di trasporto di polveri desertiche, più contenuto, si è verificato alla fine del mese.
Si tratta comunque di un fenomeno esterno e “naturale” che la stessa legge del 2010 prevede possa essere scorporato dal totale delle Pm10 misurato in sede di valutazione e validazione annuale ai fini del rispetto dei limiti previsti.
Anche le concentrazioni medie mensili di biossido di azoto NO2 misurate nel mese sono più elevate rispetto a quanto rilevato nello stesso mese dei due anni precedenti, in cui erano però in vigore limitazioni alla circolazione (il lockdown nel 2020 e la “zona rossa” nel 2021). Le concentrazioni medie orarie sono risultate comunque sempre inferiori al limite di 200 µg/m3.