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Venerdì, 19 Aprile 2024
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M57 in Ungheria, critici gli animalisti: "Andava liberato in Trentino e controllato"

Le associazioni contro la scelta della provincia di trasferire l'orso

Non è piaciuta alle associazioni animaliste la scelta della provincia di Trento sulla gestione dell'orso M57. Nel pomeriggio di lunedì infatti, la Pat ha fatto sapere che l'animale sarebbe stato trasferito in un parco in Ungheria, nella città di Veresegyhaz.

"L’orso doveva essere liberato nei boschi del Trentino, opportunamente radiocollarato. M57 è nato in Trentino ed è stato catturato dopo essere stato disturbato nel suo habitat naturale, questo dice la sentenza del Consiglio di Stato. Nonostante tutto, la Provincia di Trento, presieduta da Maurizio Fugatti, ha deciso, in modo poco trasparente, di procedere al suo trasferimento, come già fatto per l’orsa DJ3" scrive in una nota l'Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa).

L'associazione ricorda che M57 è un orso giovane, castrato per tenerlo in cattività, e che recentemente il Consiglio di Stato ha emesso una sentenza in cui ipotizzava la sua liberazione, fatto salvo parere negativo dell’Ispra, che poi è puntualmente arrivato.

"L’Oipa - continua il testo - non condivide affatto questa gestione degli orsi detenuti nel Casteller da parte della Provincia autonoma di Trento e si riserva di valutare e approfondire la nuova sistemazione dell’orso M57". Secondo l'associazione infatti, il luogo di trasferimento non appare un luogo adatto a ospitare un animale selvatico. "Rimaniamo convinti che questa gestione della Pat sia priva di sostenibilità di certo non ispirato al rispetto dei plantigradi che vivono nel suo territorio" conclude l'Oipa.

Sulla stessa linea anche il presidente di Gaia Animali &Ambiente, Edgar Meyer: "Il Consiglio di Stato aveva chiesto la liberazione nel suo habitat trentino con utilizzo di radiocollare" commenta Meyer. "Perché M57 è nato lì, quello è il suo territorio. Invece è stato trasferito in una sorta di zoo in Ungheria di pochi ettari, dove sopravvivono prigionieri altri orsi, lupi, linci e, come ogni orrendo zoo, anche leoni".

"Si tratta di una totale sconfitta del genere umano", conclude Meyer, "e di molta comunità scientifica. Ha vinto la politica, quella più bassa. Poveri e miseri certi "uomini" che non sanno convivere con niente e nessuno".

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