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No al lockdown: folla in piazza (sotto la pioggia) a Bolzano. Il vaccino? "Propaganda"

Centinaia in piazza nell'ultimo giorno di "libertà" prima delle nuove restrizioni da lunedì 8 febbraio: chiusi bar, ristoranti, negozi non essenziali e scuole

No al lockdown in Alto Adige: vasta ed eterogenea la partecipazione alla protesta tenutasi in piazza Magnago a Bolzano nell'ultimo giorno prima della nuova chiusura totale. Lunedì 8 febbraio scattano le restrizioni decise autonomamente dalla Giunta Kompatscher per contenere il contagio: divieto di spostamento, chiusura di tutti gli esercizi pubblici ad eccezione delle ormai note categorie essenziali, didattica a distanza nelle scuole e mascherina FFP2 nei luoghi di lavoro a rischio. Insomma, un lockdown a tutti gli effetti.

Nonostante la pioggia battente in piazza si sono radunate centinaia di persone. Giovani e meno giovani, famiglie con bambini, commercianti e privati cittadini. Un successo sorprendente per una manifestazione organizzata da un comitato spontaneo che si definisce di "Freie Bürger", semplicemente liberi cittadini. Cittadini che non ci stanno: l'Alto Adige, anche in virtù di decisioni prese dall'amministrazione provinciale indipendentemente dalle norme nazionali, è stato il territorio che ha subìto più restrizioni durante la seconda ondata. Tanti cittadini contestano direttamente il presidente della Provincia Arno Kompatscher. Cartelli e discorsi prevalentemente in lingua tedesca fanno pensare, tra l'altro, che il malcontento sia più diffuso soprattutto nella comunità germanofona, elettorato di riferimento dell'Svp.

Varie ed eterogenee anche le contestazioni: dal negativo rapporto tra costi e benefici del lockdown ai vaccini, giudicati "propaganda, esperimento genetico", dalla semplice richiesta avanzata dalle categorie economiche di poter lavorare al malcontento dei genitori per le forti restrizioni che rischiano di compromettere seriamente l'anno scolastico dei figli, e qualcuno chiede anche le dimissioni dello stesso Kompatscher. Che il malcontento sia rivolto anche alla classe politica è sottolineato da uno degl slogan presenti sui cartelloni in piazza: la richiesta a tutti i consiglieri provinciali di fare la propria parte e tagliarsi lo stipendio.

La Giunta, però, ha imboccato con fermezza la via del lockdown, che durerà per tre settimane. A preoccupare è la nuova variante del coronavirus. "La prima mutazione del virus – ha commentato l’assessore alla salute Thomas Widmann – rilevata ufficialmente in Alto Adige, con le nuove varianti che rendono la diffusione molto più rapida, ha spinto la Giunta provinciale a prendere la decisione di inserire misure più rigide. La situazione è seria e c’è bisogno dell’impegno di tutti. Sono sempre più convinto che serva un patto con la popolazione, perché solo tutti assieme possiamo impedire la diffusione del Coronavirus". (Sotto il post di commento all'intervento del dottor Hannes Loacker in piazza a Bolzano, postato sulla pagina Freie Bürger Cittadini Liberi TrentinoSüdtirol)

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