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Legge elettorale, opposizione pronta a "parlare per 50 giornate" pur di bloccare la riforma

In Consiglio provinciale si discute della modifica proposta da Vanessa Masè (civica) per portare da due a tre le preferenze. Per le minoranze è un passo indietro per la rappresentanza di genere

L'opposizione è pronta "a parlare per cinquanta giornate". Il calcolo è del consigliere di minoranza Paolo Zanella (Futura) e corrisponde al tempo che sarà necessario a discutere i 1493 emendamenti e i 585 ordini del giorno, depositati dall'opposizione (Pd, Futura e Europa verde), per fermare il disegno di legge (ddl) sull'introduzione della terza preferenza alle elezioni provinciali.

La proposta di riforma è della consigliera Vanessa Masè (civica). Il tema è l'accesso delle donne alla politica e la proponente ritiene che la possibilità di esprimere tre preferenze sulla scheda elettorale (invece delle attuali due) sia migliorativa: "La mia proposta - sostiene Masè - intende dare all’elettore una possibilità in più, mantenendo l’alternanza di genere e offrendo anche alle donne un’opportunità in più".

Ma per l'opposizione, che rivendica l'efficacia della norma esistente che già prevede la doppia preferenza di genere, si tratta di un passo indietro sulla rappresentanza di genere. "Quello di cui abbiamo bisogno è di pari opportunità, non di quote - sostiene Sara Ferrari (Pd) -. E a casa mia parità significa 50 e 50 nelle liste, non una donna su tre". Anche Lucia Coppola (gruppo misto, Verdi per l’Europa) ha parlato di un "ritorno al passato non necessario".

"Fa ridere la minaccia di rivolgersi a Roma qualora il ddl fosse approvato - ha detto invece Alessandro Savoi (Lega nord) - perché questa norma è la stessa adottata dal Parlamento europeo e a Bolzano si vota con ben quattro preferenze libere. La Lega esprime condivisione per la proposta di Masè, pur sapendo che purtroppo l’attuale scontro ideologico non ne permetterà l’approvazione. Ma torneremo ancora alla carica".

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