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Lavoro

Lavoratori dello sport, precari e senza tutele

Anche in Trentino molti addetti del settore operano con contratti precari o come volontari. La Cgil chiede che il contratto nazionale venga applicato

Tra i settori lavorativi i cui problemi sono stati portati a galla dalla pandemia, il mondo dello sport non fa eccezione. Un ambito dove più che le normali regole del mercato del lavoro vigono il volontariato, la precarietà e contratti poco chiari.

Esiste un contratto nazionale di lavoro, quello degli impianti sportivi, ma viene applicato solo in casi eccezionali. Più spesso si preferisce ricorrere a contratti di collaborazione e rimborsi spese. Le società sportive applicano quasi sempre il contratto a progetto sportivo che prevede fino a diecimila euro di compensi senza nessun tipo di contribuzione previdenziale, niente malattie né ferie. Durante la ripartenza post covid, poi, molte attività dilettantistiche non sono partite o sono partite a ritmo ridotto, lasciando gli istruttori a casa senza ammortizzatori sociali.

A sollevare il tema è la Cgil: “Troppo spesso lo sport non viene considerato un lavoro. Ci sono atleti, istruttori, allenatori, tecnici di varie discipline, addetti alla riabilitazione, personal-trainer, addetti alla gestione di impianti sportivi: persone, molto spesso giovani e qualificate, che hanno diritto a veder riconosciuto il loro lavoro, la loro professionalità e le loro competenze”.

Il contratto nazionale che si dovrebbe applicare al personale delle associazioni sportive affiliate al Comitato olimpico nazionale italiano (Coni) - spiega il sindacato - prevede, invece, rapporti di lavoro di natura subordinata e risponde alle esigenze del settore, coniugando flessibilità a tutele per i lavoratori e lavoratrici. Il contratto è stato firmato dalla Slc-Cgil ed è in fase di rinnovo.

Un passo avanti per migliorare le condizioni dei lavoratori dovrebbe infine arrivare con la riforma nazionale dello sport. Il provvedimento è stato approvato con il decreto Sostegni bis ed entrerà in vigore a gennaio 2023. La riforma tocca la forma giuridica delle associazioni, così come la posizione e inquadramento dei lavoratori stessi.

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