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Muse, Zanella: "Bisesti promette 30 assunzioni, ma chi ha protestato resta fuori"

L'esponente di Futura accusa: "Pilot e coach hanno reso il museo uno dei più visitati d'Italia ma sono considerati di serie b"

Dopo la protesta dei lavoratori del Muse senza orari e diritti, l’assessore provinciale alla Cultura Mirko Bisesti ha annunciato l’internalizzazione di 30 persone. Ma per il consigliere provinciale di minoranza Paolo Zanella “le dichiarazioni di Bisesti non sono rassicuranti”.

Innanzitutto, spiega l’esponente di Futura, si tratta solo di 25 posti banditi con concorso aperto: le altre sei posizioni sarebbero riservate al personale della Provincia e quindi non accessibili ai lavoratori delle cooperative. Ma soprattutto, afferma Zanella, “in rapporto al numero di lavoratori e lavoratrici esternalizzati, quei posti sono ben poca cosa”.

Nel 2020, su un totale di 252 occupati al museo delle scienze di Trento, il 44 per cento era esternalizzato: 100 persone circa. Il personale è stato poi ridotto durante la pandemia, ma, insiste Zanella, “quei 25 posti rimangono un numero assai ridotto”.

Non solo: “Il problema principale è che i bandi in realtà non sono rivolti né a chi si occupa della parte commerciale e di organizzazione delle visite (bookshop, prenotazioni visita, organizzazione dei turni...), né a chi rappresenta il core business del museo (pilot e coach): proprio quelli che hanno dato avvio alla protesta per chiedere contratti e ritmi di vita più dignitosi”.

Per capire perché non si internalizzi e qualifichi un settore strategico come quello dell’organizzazione delle visite guidate e dei laboratori didattici e perché non si assumano direttamente le figure dei pilot e dei coach, Zanella ha presentato un’interrogazione rivolta al presidente della Provincia Maurizio Fugatti e all’assessore Bisesti.

“Il Muse - conclude il consigliere - è uno dei musei più visitati d’Italia proprio grazie alle visite guidate e alle attività didattiche laboratoriali tenute da pilot e coach (ad oggi circa 40), professionisti qualificati con lauree magistrali, master e dottorati. Eppure, proprio loro continuano a essere considerati personale secondario. I contratti di queste lavoratrici e lavoratori stipulati con le cooperative prevedono paghe inadeguate, diritti contrattuali disattesi e orari di lavoro che risentono di un’elevata disorganizzazione che li tiene impegnati giornate intere a fronte di poche ore lavorate”.

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