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Ipotesi lockdown, tutta Italia potrebbe diventare rossa

Sarebbero tre le date cruciali in cui dal Governo si discuterà sulla sorte dell'Italia

È già tornato a lavorare sul tavolo delle restrizioni il Governo, dopo meno di una settimana dalla firma del Dpcm (Decreto del presidente del Consiglio dei ministri) del 3 novembre, diverse e accese sono state le discussioni in merito ai colori delle aree, soprattutto da parte di quei territori che si sono sentiti identificati in maniera sbagliata. Eppure, dopo qualche giorno di ansia per le sei regioni a rischio di cambio fascia, ora il discorso si fa più ampio, allargando alla possibilità di stringere ancora di più e di mettere l'intera Italia in area arancione se non, addirittura, in rossa. Un secondo lockdown a poco più di 40 giorni dal Natale, è proprio quello che tutti, o quasi, speravano di non leggere e sentire. 

Le date cruciali

Come riporta Today, sarebbero tre le date segnate sul calendario del Governo per decidere se il lockdown totale dell'Italia sarà realtà o rimarrà soltanto un'ipotesi: venerdì 13 novembre, domenica 15 e martedì 17. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro della Salute Roberto Speranza vorrebbero nel caso raggiungere il risultato senza un nuovo Dpcm e ancora sperano di poter fare dietrofront, visto che nel frattempo sul fronte dell'epidemia di coronavirus si registra qualche segnale di rallentamento (martedì 10 novembre il tasso di positività dei tamponi era al 16,1%, un punto percentuale in meno rispetto al giorno precedente). 

Sars-CoV-2 continua a circolare e i 580 morti di martedì 10 novembre ricordano quelli della carneficina di solo qualche mese fa. Ecco che, allora, potrebbe scattare il piano B del Governo: aumentare le chiusure. Già Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia e Veneto sono a rischio di cambio fascia da gialla ad arancioni, esercitare la moral suasion nei confronti dei sindaci delle grandi città come Milano, Genova, Torino e Napoli per ottenere maggiori restrizioni e controlli e, come ultima ipotesi, intervenire con le ordinanze del ministro Speranza per chiudere le regioni i cui governatori sono refrattari a muoversi per ragioni di «popolarità». Il bollettino della Protezione Civile di martedì 10 novembre registrava  35.098 contagi e 580 morti, con 2.971 persone in terapia intensiva (+122) e 28.633 persone ricoverate in reparto (+997). Il record appartiene alla Lombardia che ha sfondato quota 10mila nuovi casi in 24 ore.

Il nuovo piano del Governo prevede:

  • una nuova stretta che porterà alcune regioni a diventare da gialle ad arancioni il 15 novembre;
  • imporre in questi territori un lockdown quasi totale che prevede la chiusura di bar, ristoranti e di quasi tutti i negozi (a parte quelli di generi di prima necessità) ma lascia aperte le imprese;
  • utilizzare per questo piano la moral suasion su sindaci e governatori senza dover varare un nuovo Dpcm;
  • nel caso la moral suasion fallisse, varare le ordinanze attraverso il ministero della Salute di concerto con la presidenza del Consiglio.

Il Trentino, al momento, rimane in fascia gialla, ma nel caso in cui il Veneto dovesse finire in area arancione, visto anche i colori già assunti dagli altri territori con i quali confina (Lombardia e Bolzano sono rosse), si vedrebbe ristretta nel suo territorio, ma con più possibilità, perché i trentini potranno comunque spostarsi nei vari Comuni.

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