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Il caso

Il vicepresidente Paccher ha incontrato a Miami Chico Forti

Faccia a faccia di tre ore nel carcere americano dov'è detenuto l'ex surfista: “Sta bene e la Farnesina continua a lavorare”

Il vicepresidente del Consiglio regionale Roberto Paccher ha visitato ieri, venerdì 19 agosto, in carcere a Miami il trentino Chico Forti, al centro di una complessa vicenda giudiziaria che da 22 anni lo vede bloccato negli Usa con una condanna per omicidio.

L'incontro si è protratto per tre ore ed è stato giudicato da Paccher "molto positivo". L’ex campione di surf non ha mai smesso di professarsi innocente. Fortemente voluto dal vicepresidente e rinviato negli ultimi due anni causa covid, l'incontro è iniziato alle 11 del mattino americane (le 17 in Italia) e si è concluso alle 20.20, nel “Dade correctional institution” di Florida city, a sud di Homestead, nella grande Miami, non lontano dalle paludi delle Everglades.

“Chico sta bene, è speranzoso e ottimista anche per quanto riguarda la sua situazione. Forti si augura di poter tornare presto in Italia - ha dichiarato il vicepresidente del Consiglio regionale all’uscita del carcere -. Abbiamo parlato del Trentino, di quello che gli manca e Chico ha detto che ha nostalgia di tantissime cose. Ci ha raccontato di pensare spesso alle montagne e ai nostri laghi e di aver voglia di riassaporare i canederli”.

Durante la sua missione in Florida il vicepresidente del Consiglio regionale ha avuto modo di confrontarsi sulla situazione di Forti con il console generale italiano a Miami Cristiano Musillo: “Il console mi ha confermato di stare seguendo con attenzione la situazione di Chico - ha assicurato Paccher -. La diplomazia sta facendo il proprio corso, sta seguendo i propri canali e ci si augura che la vicenda di Forti possa sbloccarsi a breve”.

In occasione della visita il consigliere trentino ha anche recapitato in carcere a Chico una lettera scritta dal presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti. Un testo in cui gli viene ribadito “come il proprio territorio non lo abbia dimenticato” e nel quale ci si augura che “questo viaggio possa contribuire a smuovere le cose, tenendo viva l’attenzione su di lui”.

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