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Economia

I laureati nelle aziende trentine sono sotto-inquadrati

Cgil, Cisl e Uil: "Si cambino le politiche industriali, servono incentivi selettivi per sostenere le imprese che innovano"

Secondi i dati dell'Agenzia del lavoro i laureati nelle aziende trentine sono sotto-inquadrati rispetto al loro titolo di studio. “Per attrarre un numero maggiore di alti profili e far sì che questi restino nelle imprese trentine bisogna aumentare la qualità dell’occupazione, migliorare il clima aziendale,  innalzare le retribuzioni oggi al di sotto della media del Nordest e sostenere le imprese in processi di innovazione”, replicano Maurizio Zabbeni, Lorenzo Pomini e Gianni Tomasi, rappresentanti rispettivamente di Cgil, Cisl e Uil.

Per i tre sindacalisti, il Trentino sta finalmente recuperando il divario con altri territori più competitivi rispetto al numero di lavoratrici e lavoratori laureati. Ma per recuperare produttività e migliorare la competitività del sistema economico locale, occorre un cambio di paradigma per le politiche industriali pubbliche: “Non bastano più incentivi a pioggia - affermano -, servono interventi di sostegno selettivi indirizzati a sostenere l’innovazione tecnologica delle nostre aziende e ad accompagnarle anche nei processi di transizione ecologica”.

Zabbeni, Pomini e Tomasi chiedono infine maggiore responsabilità alla classe imprenditoriale locale: “Basta pensare di competere sul costo del lavoro, non è quello che rende il nostro sistema competitivo. È ora di aprire una nuova fase in cui pubblico, privato e parti sociali siano disposti a fare la loro parte in un patto per la crescita del nostro sistema trentino”.

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