Guerra in Ucraina, mozione unitaria dei consiglieri trentini. Cosa chiedono
Firmata una proposta per impegnare la Giunta a garantire assistenza e aiuto ai profughi ucraini: "È la nostra storia a imporcelo"
Dopo settimane di scontri politici tra maggioranza e opposizione all'interno del Consiglio provinciale di Trento (dal concerto di Vasco Rossi alla riforma della legge elettorale provinciale), "attoniti di fronte all'attacco militare russo in Ucraina e al dramma che si sta consumando nel cuore dell’Europa centrorientale", tutti i consiglieri e le consigliere hanno firmato oggi una proposta di mozione unitaria.
Se approvata, la proposta, che sarà discussa in aula martedì 8 marzo (la prossima seduta consiliare in programma), impegna la Giunta a:
- sollecitare il Governo italiano a dispiegare ogni risorsa per il superamento del conflitto armato e per la ripresa del dialogo diplomatico;
- attivare tutti gli strumenti possibili per garantire assistenza e aiuto ai profughi ucraini costretti a fuggire davanti all’avanzata russa, anche in collaborazione con le realtà associative trentine e ucraine presenti sul nostro territorio;
- partecipare a tutte le più vaste azioni di solidarietà nazionale e internazionale, in favore di tutte le vittime di questa incredibile violenza che lacera il cuore stesso dell’Europa.
Questa crisi, che grava sulle spalle delle popolazioni inermi - scrivono i consiglieri - "chiama all’assunzione di responsabilità anche i singoli territori e soprattutto quelli, come il Trentino, dove la vocazione all’accoglienza, al dialogo e all’incontro è parte stessa dell’identità collettiva. Intendiamo immediatamente testimoniare la condanna dell'aggressione armata e assicurare vicinanza e solidarietà alla popolazione colpita".
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"Il Trentino - concludono i consiglieri - non può esimersi dal dovere morale che la sua stessa storia, fatta di condivisione e solidarietà, gli impone, nel ricordo non appannato di quando anche queste nostre valli furono attraversate dalla tragedia della guerra, obbligando i cittadini di allora al dolore dell’esilio ed alla precarietà della vita del profugo".