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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Green pass nelle tabaccherie, per Ambrosi: “Ennesimo controsenso normativo del governo dei migliori”

Da quando questa regola era ancora solo un'ipoesi, edicolanti e tabaccai avevano manifestato le proprie preoccuapzioni legate ai controlli, al fatto che dovessero essere proprio loro a doverli mettere in atto

La morsa si stringe sempre di più, da quando è iniziata l'estensione del Green pass anche per entrare in tabaccheria il dissenso si è fatto ancora più forte. Per Alessia Ambrosi (Fratelli d’Italia) si tratta di un “controsenso normativo del governo dei migliori”. Una valutazione fatto in ordine di quanto tempo possa rimanere una persona all'interno di queste attività.

"La durata media di una transazione in un’edicola o in una tabaccheria è compresa tra i 18 e i 25 secondi - afferma Ambrosi -. È dunque paradossale che per controllare il Green pass si possa utilizzare addirittura più tempo di quanto richiede l’acquisto di un giornale, con l’effetto controproducente di generare code e affollamenti".

Da quando questa regola era ancora solo un'ipoesi, edicolanti e tabaccai avevano manifestato le proprie preoccuapzioni legate ai controlli, al fatto che dovessero essere proprio loro a doverli mettere in atto. Preoccupazioni sulle quali si era spero anche Giovanni Risso della Fit, con una nota antecedente all'approvazione del provvedimento, in cui chiedeva che la responsabilità del controllo non pendesse sulla testa dei tabaccai, ma solo sul cliente.

Così anche Ambrosi, sottolinea che "questi esercizi offrono servizi che rispondono a 'esigenze essenziali' come ad esempio il pagamento delle bollette, la vendita delle marche da bollo e di biglietti del bus, senza dimenticare che un giornale cartaceo è l’espressione più tipica del diritto d'informazione. La ratio del provvedimento nazionale che esclude tabaccai ed edicole dai negozi essenziali (per cui non è richiesto il certificato verde) sarebbe legata al fatto che in alcuni di questi esercizi si trovano slot machine o punti scommesse. Va evidenziato che per chi gioca o scommette, anche in tabaccheria, è già previsto l'obbligo di esibire il Green pass. Ecco dunque l'assurdo controsenso normativo! Il tutto era già previsto e ora, con questa ulteriore restrizione ideata senza pensare o conoscere la realtà e il settore, si va a limitare l’accesso dei cittadini persino a servizi essenziali".

In Trentino, così come in altre province sensibili alla tematica della ludopatia, "la normativa provinciale ha disposto la rimozione delle macchine da gioco a meno di 300 metri da luoghi sensibili - ricorda Ambrosi -. Su circa 600 tabaccai trentini quindi, solo una piccolissima parte dispone di slot machine. Per questo motivo è fondamentale che la PaT faccia pressione sul Governo, anche attraverso la Conferenza Stato Regioni, affinché questo insensato obbligo sia rimosso al più presto". 

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