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Green pass in bar e ristoranti: il MoVimento 5 Stelle dice "no"

Il governo cerca una sintesi

No secco dei Pentastellati sull'ipotesi di rendere obbligatorio il Green Pass per bar e ristoranti. In questo momento, si legge in un post pubblicato sulla pagina facebook del Movimento, l'idea di vietare l'ingresso alle persone non munite di certificato "significherebbe solamente limitare una ripresa così faticosa, dopo mesi di sacrifici". Posizione ferrea quella del M5s, che rifiuta di seguire la strada battuta dal presidente francese Macron che a metà luglio ha annunciato l'obbligatorierà della certificazione per accedere a bar, ristoranti, centri commerciali e trasporti pubblici.

Il M5s: no al Green Pass in bar e ristoranti, sì all'obbligo negli stadi, in discoteca e ai concerti

Come riporta Today, in un articolo a firma di Antonio Piccirilli, è diversa la posizione dei 5 stelle per quanto riguarda i "luoghi con grandi afflussi di persone, dagli stadi ai concerti fino alle discoteche" che devono aprire, si legge nel post, "e per queste attività riteniamo certamente utile l'introduzione di un Green Pass per arginare la circolazione di varianti più contagiose del virus". Una misura che però "non può prescindere dalla gratuità dei tamponi per le persone che, per vari motivi (patologie pregresse, fragilità ecc..), non possono vaccinarsi".  

Insomma, sì al Green Pass per stadi e discoteche (a patto di rendere i tamponi gratuiti per chi non può vaccinarsi), nessuna restrizione per entrare nei ristoranti e nei bar. Una linea dunque molto più morbida di quella sposata da Macron e certamente meno distante alle posizioni di Lega e Fratelli d'Italia che hanno già espresso la loro netta contrarietà alla proposta. Come sempre, "adeguatezza e proporzionalità sono i criteri che ci muovono" si legge ancora nel post intitolato "Un green pass per non chiudere".  

I 5 Stelle spiegano che "in tutti questi mesi di pandemia gli italiani hanno accettato responsabilmente di limitare la propria libertà per un preminente interesse di salute pubblica. Le famiglie hanno dovuto reinventare la loro normalità e commercianti e imprenditori hanno dovuto fare grandi sacrifici, quando purtroppo non sono stati costretti a chiudere". E dunque "dopo tutto questo non si può tornare indietro". La soluzione è proprio il green pass, il cui utilizzo dovrebbe essere tuttavia molto meno esteso di quanto previsto in Francia. D'altra parte, spiegano dal M5s, grazie alla diffusione dei vaccini oggi "ai contagi non corrispondo più molti ricoveri perché abbiamo messo in sicurezza i soggetti fragili". E dunque, altra proposta aperturista, "per scongiurare chiusure non motivate chiediamo però che vengano rivisti i parametri che ancora regolamentano l'assegnazione delle zone di rischio e non sono più attuali". 

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La ministra Gelmini e la  "via italiana"al Green Pass

Ieri la ministra per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini, aveva fatto sapere che il governo sta valutando l'idea di estendere l'utilizzo del Green Pass, ma  "su questo non inseguiamo modelli stranieri" anche perché "certamente il governo Draghi e l'Italia saranno in grado di trovare una via italiana". Quella proposta dai 5 Stelle può essere una soluzione di compromesso? Per ora l'interlocuzione tra i partiti è solo all'inizio. "Se non vogliamo tornare a dover chiudere il Paese - ha detto oggi Gelmini a margine di una serie di incontri istituzionali a Bruxelles - non possiamo perdere tempo". E credo - ha aggiunto - che ci saranno le condizioni per compiere queste scelte in un clima di coesione, condivisione, rispettando la sensibilità di tutti ma, come ci ha insegnato a fare il presidente Draghi, poi decidendo". 

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