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Gestione del lupo, avviato il monitoraggio transfrontaliero

Per la prima volta i responsabili di politica agricola di Arge Alp hanno adottato una convenzione sulla gestione del lupo. In tutto l’arco alpino si stimano 200 branchi

Sotto la presidenza del tirolese Günther Platter e su iniziativa del vicepresidente Josef Geisler, i responsabili di politica agraria delle regioni Arge Alp si sono incontrati a Innsbruck per affrontare con misure concrete la questione della gestione transfrontaliera del lupo. In rappresentanza del Trentino, all'appuntamento hanno preso parte in videocollegamento anche l'assessora provinciale all'Agricoltura, foreste, caccia e pesca Giulia Zanotelli e il coordinatore del settore grandi carnivori presso il servizio faunistico Claudio Groff.

Nel 2018 e nel 2020, l'Arge Alp ha segnalato il continuo aumento della popolazione di lupi e i problemi a esso correlati, soprattutto per l'agricoltura alpina. “Stiamo prendendo in mano le redini della situazione. La nostra priorità comune è la salvaguardia di un’attività agricola capillare nelle aree montane, e in particolare il mantenimento dell'alpeggio - ha detto Platter -. Il problema dei lupi non è un problema che una regione o un Paese possano risolvere da soli. Per questo stiamo stringendo alleanze su tutto l'arco alpino, partendo da Arge Alp".

Al centro dell'incontro il monitoraggio coordinato dello stato di conservazione della popolazione di lupi nell’arco alpino, un continuo scambio di dati anche sulle ripercussioni della presenza del lupo e l'armonizzazione dei metodi di indagine genetica di medio termine.

"Il lupo non è a rischio nell’arco alpino"

La questione principale è la descrizione della popolazione di lupi su larga scala e quindi lo stato di conservazione in un’area topografica. "La strada verso un controllo efficace e praticabile richiede un’osservazione coordinata della popolazione di lupi", ha detto Geisler.

Tuttavia, la direttiva europea Habitat prevede il prelievo e il controllo solo se la popolazione di lupi è in uno stato di conservazione favorevole. "L'Ue in questo caso sta tracciando confini dove per i grandi carnivori, e specialmente per il lupo, non ce ne sono. Noi vogliamo una valutazione transnazionale che tenga conto della Svizzera come Stato non membro dell'Ue. Il fatto è che il lupo in Europa e anche nell’arco alpino non è a rischio di estinzione", ha detto l’assessore all'Agricoltura e vicepresidente del Tirolo Geisler.

Si stima che in tutto l’arco alpino ci siano circa 200 branchi. Secondo un primo rilevamento, nelle regioni Arge Alp (Lombardia) ci sono 38 branchi di lupi. In queste regioni sono circa 300mila le pecore e capre, di cui circa un quarto in Tirolo, che vengono condotte in alpeggio. Nel periodo dal 2019 al 2021, il numero di esemplari di lupo rilevati è aumentato da 169 a 298. "Se non facciamo nulla per contrastare l’andamento dei grandi predatori, avremo tutti un problema enorme nell’area alpina", afferma Geisler.

Nel 2021 le regioni Arge Alp hanno emesso risarcimenti per danni al bestiame per un importo di 650mila euro mentre nel 2020 sono stati spesi 6 milioni di euro per la protezione delle greggi.

Un monitoraggio condiviso 

Al fine di ottenere una base di dati affidabile sullo sviluppo della popolazione di lupi e sulle sue ripercussioni in ambito agricolo per le aree alpine di Arge Alp, verrò istituzionalizzato il confronto e lo scambio di dati e informazioni.

Già all'inizio della prossima stagione estiva sarà avviato lo scambio dei campioni di Dna dei lupi che sono stati identificati individualmente in una regione. Finora questo scambio è stato effettuato solo in misura ridotta, perché a causa dei diversi metodi di analisi dei quattro laboratori coinvolti, i dati non sono sempre comparabili. 

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