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Gasolio alle stelle e carenza di autisti, autotrasporto in ginocchio

La Fai-Confcommercio Trentino denuncia 1.500 euro al mese in più di spesa per ogni mezzo: "Se ti fermi nelle aree di servizio, ti svuotano il serbatoio per rubarti il gasolio"

"Se ti fermi nelle aree di servizio, ti svuotano il serbatoio per rubarti il gasolio". Dopo la protesta di commercianti ed esercenti contro il caro bollette, ora è la volta del settore autotrasporti. L'allarme è del presidente della Federazione autotrasportatori Italiani (Fai) Confcommercio Trentino Andrea Pellegrini: "L’aumento del gasolio nell’ultimo anno del 32% e la carenza ormai fisiologica dI autisti sta mettendo il settore dell’autotrasporto in ginocchio. Ormai la situazione è insostenibile, andando avanti così rischiamo di fermarci tutti".

Benzina alle stelle: prezzo record dal 2013

"Da due mesi a questa parte il gasolio è aumentato più di 30 centesimi al litro. Considerando che un camion consuma circa 1.200 litri alla settimana, noi abbiamo un rincaro di 360 euro alla settimana. Ciò significa quasi 1.500 euro al mese in più di spesa per ogni mezzo", spiega Pellegrini. Non va meglio nemmeno con il gas naturale liquefatto (lng): a giugno 2021 per un pieno occorrevano 300 euro, ora ce ne voglio 1.100.

Il problema tocca tutti, spiega Pellegrini, ma in particolare i piccoli padroncini: "Se continua così, loro saranno i primi a sparire. Chi ha tre o quattro mezzi, ne ferma uno o due. Il che vuol dire anche posti di lavoro che se ne vanno".

Caro bollette, in un anno anche mille euro in più a famiglia

Le preoccupazioni degli autotrasportatori trentini sono condivise anche da tutte le associazioni nazionali dell’autotrasporto che, unite sotto la sigla Unatras, hanno inviato una lettera al governo chiedendo risposte concrete. "Parliamo di aumenti generalizzati di oltre il 25% in un anno - scrive Unatras -, con costi maggiori per oltre 535 milioni di euro, che l’autotrasporto non riesce a ribaltare sui propri committenti e che finiscono per scaricarsi interamente sui già risicati margini di profitto delle aziende. C’è il rischio che sia più conveniente spegnere i motori anziché continuare a viaggiare".

"In Trentino, se possibile, la situazione è ancora peggiore - conclude Pellegrini -: la conformazione morfologica della nostra provincia impone un trasporto capillare molto oneroso in termini energetici, più di quanto non avvenga in territori di pianura. Soprattutto, per le nostre valli il trasporto su gomma è l’unica via percorribile".

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