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Funivia Trento-Bondone, tre soluzioni in ballo. Cosa prevedono e quanto costerà

Trentino sviluppo ha individuato tre ipotesi tecniche. In base all'opzione che Comune e Pat sceglieranno, i costi potrebbero lievitare da 31 a 60 milioni di euro

C’è voluto un anno di lavori del gruppo tecnico di Trentino sviluppo - dove siedono rappresentanti della Provincia e del Comune di Trento - per individuare le possibili soluzioni progettuali per il collegamento funiviario tra Trento e il monte Bondone. Tre ipotesi che saranno ora al centro del confronto tra le istituzioni coinvolte per individuare quella “meno impattante”. A progetto realizzato, sarà possibile raggiungere il monte Bondone dalla città in 20 minuti.

L’obiettivo - ha dichiarato il presidente della Pat Maurizio Fugatti - è far partire i lavori “al più presto”. "Vediamo la potenzialità che ha un’infrastruttura simile per Bolzano e Innsbruck - ha detto l’assessore provinciale a Turismo e sport Roberto Failoni -. Con questa soluzione dovremmo riuscire a dare quella risposta definitiva ai problemi che ha avuto la montagna di Trento”.

Anche il sindaco di Trento Franco Ianeselli ha sottolineato “l’intesa politica tra le due amministrazioni. Noi siamo per un’idea di città verde e verticale: con questa infrastruttura il monte Bondone, un’oasi alpina per la città di Trento, diventa raggiungibile in una ventina di minuti”. Per Ianeselli, i punti fondamentali per la città sono la fermata a Sardagna e l’intermodalità, ovvero collegamenti veloci tra i punti di arrivo a Trento e la partenza per il Bondone. Su questo interverrà il Consiglio comunale in una seduta straordinaria in calendario venerdì 4 marzo.

Le tre ipotesi al vaglio

Le ipotesi sono state presentate giovedì 24 febbraio da Albert Ballardini, vicepresidente di Trentino sviluppo, assieme all’ingegnere Gianni Baldessari, direttore degli impianti turistici della società. Il gruppo ha ipotizzato sia una partenza dall’area ex san Severino (al di qua del fiume verso la città) sia dall’area motorizzazione (al di là del fiume verso la montagna). Queste le tre ipotesi previste con partenza dalla destra Adige:

  1. un impianto cabinovia con fermata intermedia a Sardagna e Vaneze con arrivo a Vason;
  2. un impianto trifune il cui percorso prevede l’approdo diretto a Vason senza fermata intermedia a Sardagna e Vaneze;
  3. un impianto speciale per il primo tronco e telecabina per il secondo tronco con stop intermedio a Sardagna e Vaneze e arrivo a Vason.

Nella prima e nella terza ipotesi si prevede la dismissione della funivia Trento-Sardagna e l’apertura dell’impianto 360 giorni all’anno per una tipologia di utenza sia urbana sia turistica. In questo caso il costo varia dai 31 ai 35 milioni di euro. L’ipotesi 2 prevede invece la necessità di mantenere l’attuale funivia Trento-Sardagna, poiché il nuovo impianto raggiungerebbe direttamente la località di Vason, con un costo totale di 60 milioni di euro.

Cosa succederà ora

L’ipotesi in campo per realizzare l’impianto è quella di ricorrere a un project financing, ossia a una formula che preveda la sinergia tra risorse pubbliche e private. Sul tavolo di Provincia autonoma e Comune c’è quindi la possibile pubblicazione di una manifestazione di interesse per stimolare la presentazione da parte di soggetti privati di un progetto con relativa quota di finanziamento a cui aggiungere, eventualmente, una parte di finanziamento pubblico.

La manifestazione di interesse individuerà alcune caratteristiche progettuali che il committente pubblico ritiene fondamentali e che il proponente privato dovrà inserire nella propria proposta. Il cronoprogramma prevede di arrivare alla pubblicazione della manifestazione d’interesse entro il 2022. Con questo strumento, l’assegnazione potrebbe avvenire invece nel 2023, anno in cui si ritiene possano partire anche i cantieri.

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