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Martedì, 19 Marzo 2024
Luoghi

Ecco le giornate di primavera del Fai: cosa vedere in Trentino Alto Adige 

Si tratta di un evento nazionale di partecipazione attiva e di raccolta pubblica di fondi

L’ultimo weekend di marzo si chiude con le Giornate di Primavera del Fai, il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico 
del Paese. Per l’occasione ci sarà l’apertura eccezionale di oltre 750 luoghi inaccessibili o poco noti. 

L’appuntamento è fissato per sabato 25 e domenica 26 marzo, si tratta della manifestazione di punta del Fai (Fondo per l’Ambiente Italiano) Ets che offrirà l’opportunità di scoprire e riscoprire con i volontari della fondazione, tesori di storia, arte e natura in tutta Italia con visite a contributo libero in oltre 750 luoghi di 400 città, la maggior parte dei quali solitamente inaccessibili o poco conosciuti. 

Largo e trasversale il ventaglio di luoghi e storie da scoprire o approfondire, nascosti e inediti, curiosi e sorprendenti, originali e affascinanti, magari proprio dietro casa: ville, chiese, palazzi storici, castelli, musei e aree archeologiche, edifici di archeologia industriale, collezioni d’arte, biblioteche, edifici civili e militari, luoghi di lavoro e laboratori artigiani, e poi parchi, aree naturalistiche, giardini e borghi. “In questi 31 anni di esistenza - sostiene il presidente del Fai, Marco Magnifico - le Giornate FAI hanno scritto una sorta di Enciclopedia spontanea che a tutti gli effetti si è aggiunta a quella ufficiale per narrare lo smisurato Patrimonio storico, artistico e paesaggistico italiano”.

In Alto Adige, a Bolzano 

  • NOI Techpark: a sud della città, nel 1934 fu individuata un'area industriale di 300 ettari dove i forni dell'industria siderurgica potevano trovare abbondanza di energia grazie alle centrali idroelettriche. Dagli stabilimenti Montecatini, poi Alumix, proveniva un terzo della produzione italiana di alluminio. Mentre per molti altoatesini italiani la zona industriale rappresentava posti di lavoro e sviluppo, molti sudtirolesi di madrelingua tedesca la percepivano come strumento di italianizzazione e ne volevano l’abbattimento. Oggi l'area è divenuta un Hub di innovazione internazionale, in cui aziende, istituti e università collaborano a nuovi progetti di ricerca e sviluppo in molti campi, soprattutto nell'ambito delle fonti rinnovabili. Attualmente impiega 1.100 persone su 4 settori d’innovazione e ricerca: Green, Food, Digital, Automotive & Automation. L'Ex Alumix, con le facciate in mattoni rosso-bruno e le grandi superfici finestrate, rappresenta uno dei capolavori dell'architettura industriale italiana degli anni Trenta: il razionalismo vi trova una delle sue migliori espressioni e la contiguità con il Bauhaus è evidente. La sua storia si intreccia con i grandi mutamenti del Novecento, l'italianizzazione del Sudtirolo, il movimento operaio, la resistenza partigiana attraverso il canale delle fabbriche, il boom economico postbellico fino alla crisi delle grandi industrie. 
  • EURAC Research: l’attuale sede presenta nella sua parte edilizia più antica uno dei complessi più significativi dell'architettura razionalista di Bolzano, integrato in una struttura moderna, pensata per mettere in evidenza la sua destinazione attuale, quella della ricerca. Sorse in un momento cruciale per la città: il passaggio all'Italia dopo la fine della Prima Guerra Mondiale e, poi, l'avvento del fascismo. Il complesso GIL femminile (Gioventù Italiana del Littorio) venne progettato nel 1934 dagli architetti padovani Mansutti e Miozzo, ed era composto da teatro, aule, palestra, cortile e spazi per varie attività. Adibito nel dopoguerra a svariati usi, conobbe una progressiva decadenza, tanto che se ne ipotizzò l'abbattimento. Nel 1995 l'architetto austriaco Klaus Kada recuperò l'edificio storico integrandolo con una nuova struttura in vetro, acciaio e cemento. Oggi è la sede di Eurac Research, che conta oltre 500 collaboratori provenienti da 35 paesi e ospita centri di ricerca molto specializzati, tra cui l’istituto sulle energie rinnovabili, il centro per il cambiamento climatico e il “TerraXcube”, centro per la simulazione di climi estremi. La visita durante le Giornate FAI ne presenterà le peculiarità architettoniche e darà uno spaccato delle attuali variegate attività di ricerca di EURAC, con particolare accento su sostenibilità e ambiente. 

In Trentino, a Madruzzo

Castel Madruzzo (ingresso su prenotazione e riservato agli Iscritti Fai). Situato sulla sommità del dosso roccioso che sovrasta l'abitato di Madruzzo, il Castello sorse nel secolo XII per controllare l'importante strada che collegava Trento e la piana di Arco e il lago di Garda. Il complesso è formato da una parte medievale e da un edificio rinascimentale; se l'antica fortezza turrita e merlata è semidistrutta, ancora in buono stato è la residenza cinquecentesca, eretta in forma di palazzo sul lato meridionale della collina. Alla metà del secolo XII il castello era di proprietà della famiglia Madruzzo, che lo tennero fino alla fine del Trecento, quando si estinsero. I Signori di Nanno, in Val di Non, acquistarono il castello nel 1448 e da esso presero il nome. Giovanni Gaudenzio, il primo importante esponente della seconda famiglia Madruzzo, costruì un nuovo palazzo alla metà del secolo XVI; fu dei Madruzzo fino al 1658. Nel 1703 il bene venne gravemente danneggiato dalle truppe del generale Vendôme durante la Guerra di Successione Spagnola. L'apertura - riservata agli Iscritti al FAI e su prenotazione - prevede un percorso alla scoperta delle vicende storiche del Castello, oggi di proprietà privata, grazie alla possibilità di accedere al parco e di visitare alcuni locali particolarmente significativi e normalmente non fruibili, come la cappella interna, dedicata a San Nicolò con affreschi del secolo XVI e un altare di legno dipinto. 

Durante le Giornate di Primavera, inoltre, si potrà visitare l'abitato di Lasino, frazione di Madruzzo, e approfondire la storia del borgo attraverso la scoperta dei luoghi più caratteristici: Villa Ciani Bassetti, le opere di Francesco Trentini e la chiesa parrocchiale.

In Trentino, a Volano

Chiesa di San Rocco che venne costruita nel XIV secolo, subito dopo la "peste nera". Ristrutturata alla fine del XV secolo, ha una semplice facciata a capanna con al centro una piccola nicchia, l'interno è ad aula e il soffitto è ligneo; venne consacrata nel 1502. Venne arricchita sia sulla facciata che all'interno da svariati affreschi, mediamente ben conservati, commissionati sia da maggiorenti locali che direttamente dalla Comunità di Volano, realizzati fra 1491 e 1525 da parte di diversi artisti locali, di area veronese e rivana. Pur essendo assente un programma stilistico e artistico organico, è molto chiara nell'insieme la volontà di invocare l'aiuto celeste contro le malattie, specificatamente la peste. Sulla facciata, si possono ammirare in alto angeli musicanti, la Vergine e santi; nella nicchia esterna il deperito affresco con San Rocco e l'Annunciazione. All'interno, a destra, disposti su due registri, 17 riquadri con la passione di Cristo, mentre a sinistra 12 riquadri con storie della Madonna; ancora, scene della vita del titolare san Rocco e di altri santi. Priva di patronati, questa chiesa è sempre stata esclusivamente dipendente dalla Comunità, della quale costituisce una sincera espressione. 

Anche il Castello di Avio - Bene del FAI a Sabbionara d’Avio (TN) - partecipa alla grande festa delle Giornate di Primavera e sarà aperto eccezionalmente a contributo libero. 

Le Giornate FAI di Primavera 2023 hanno ricevuto la Targa del Presidente della Repubblica e si svolgono con il Patrocinio della Commissione europea, della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile, del Ministero della cultura, di Provincia Autonoma di Bolzano, di Provincia Autonoma di Trento e di tutte le Regioni italiane. 

L’elenco completo dei luoghi aperti e le modalità di partecipazione sono reperibili su www.giornatefai.it.

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