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Mercoledì, 27 Settembre 2023
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Uno studio contrasta le riaperture. Merler: «rischio quarta ondata»

C'è chi cerca di aprire il più possibile e chi, invece, invoca un'ulteriore chiusura. Crisanti, Galli, Battiston e Cartabellotta stanno pensando a un accesso agli atti della presidenza del Consiglio del ministero della Salute e del Cts

L'Italia riapre gradualmente, eppure ci sono pareri molto contrastanti da parte di esperti del mondo scientifico. «Con questo indice Rt un via libera precoce entro aprile può portare a un alto numero di decessi giornalieri»: ha scritto Stefano Merler, l’uomo dei modelli matematici della Fondazione Bruno Kessler che dal febbraio 2020 studia i numeri dell’epidemia per l’Istituto superiore di sanità in un report per il Comitato Tecnico Scientifico che è stato illustrato al Cts proprio mentre Mario Draghi in conferenza stampa annunciava le riaperture e il nuovo decreto legge per il 26 aprile. Il Fatto Quotidiano racconta che Merler spiegava che, con l’indice Rt a 0,72 al 3 aprile, il «margine per le riaperture» era circa di 0,28, che significa che sarebbe stato possibile riaprire un po’ meno di un terzo di quanto era chiuso senza che il tasso di riproduzione del virus superasse 1 (una persona infetta ne contagia in media più di una), anzi «in realtà meno perché sono state riaperte le scuole» era successo dopo Pasqua, dal 7 aprile. ma l’effetto «sarà osservabile solo fra un po’ di tempo».

Secondo Merler le «riaperture precoci, entro aprile» anche se l'indice Rt restasse pari a 1 (l’ultimo dato, diffuso venerdì ma risalente al 7 aprile, dice 0,81), potrebbe portare a un «costante ma alto numero di morti giornaliere». Questo sarebbe invece «estremamente ridotto con riaperture a valle di un marcato calo dell’incidenza (es. riaperture graduali a partire da inizio-metà maggio, mantenendo Rt<1)». E concludeva che con l’aumento di Rt a 1,1 l’epidemia «potrebbe non essere facilmente controllabile senza ulteriori restrizioni, soprattutto in caso di riaperture precoci». Se salisse a 1,25 rischiamo la «quarta ondata» che «richiederebbe misure importanti per evitare un altissimo numero di morti in breve tempo».

Al Fatto Quotidiano Andrea Crisanti ha fatto sapere che con Massimo Galli (il direttore dell'Infettivologia del Sacco), Roberto Battiston (il fisico) e Nino Cartabellotta della Fondazione Gimbe stanno pensando a un accesso agli atti della presidenza del Consiglio del ministero della Salute e del Cts: «Bisogna proprio chiedere se hanno fatto dei calcoli e quali. Quali rischi sono stati evidenziati e su quale base. Rischiamo di tornare a 5-600 morti al giorno». 

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