Torna l'emergenza freddo per persone senza fissa dimora. Zanella: "manca la programmazione"

Le temperature in Trentino si stanno abbassando sempre di più, com'è normale in questo periodo. Si va incontro alla stagione invernale e, come ogni anno, anche Trento torna di attualità la tematica delle persone senza fissa dimora che necessitano di un luogo riparato per dormire. Sul tema è tornato il consigliere di Futura, Paolo Zanella, che ha presentato un'altra interrogazione per comprendere la situazione in Provincia e con l'obiettivo di chiedere soluzioni e programmazione per evitare che più persone possano trovarsi all'addiaccio con i primi freddi.   

"Nell'ultimo incontro con il Tavolo inclusione, la Provincia ha dichiarato di poter mettere a disposizione dei container, ora ubicati nell'area antistante la Residenza Fersina per accogliere persone senza dimora - spiega Zanella -. Ad oggi non è chiaro se le strutture rimarranno in tale sede o verranno spostate nel quartiere di Piedicastello, nell'area messa a disposizione dal Comune di Trento. I container ad oggi sono comunque inutilizzati perché manca un ente che gestisca l’accoglienza. E siamo a fine novembre". 

A dicembre del 2020, il giorno dopo Natale, il Comune di Trento aveva aveva messo a disposizione le stanze dell'Ostello che era chiuso a causa della pandemia, per ovviare alla mancanza di posti letto. Ma lo stabile, oggi, è tornato alla normale attività di ospitalità turistica. "Le regole di accoglienza e utilizzo dei posti letto in Provincia sono le stesse degli scorsi anni - ricorda Zanella -. Questo fa sì che molte persone debbano aspettare mesi prima di poter accedere nuovamente a un luogo dove ripararsi. Sul territorio, infatti, i posti nei dormitori sono del tutto insufficienti (in lista oltre 60 persone) e le restrizioni nel numero di giornate annue in cui poter accedere alle strutture sono un vincolo che nega di fatto il diritto a un posto a letto per gran parte dell'anno". 

Inoltre, le persone che non trovano un posto letto per la notte, si adagiano in ripari di fortuna, in alcune zone delle città di Trento. Le utilizzano come dimora provvisoria, "senza che siano garantite condizioni di vita dignitose, in primis per l'assenza di servizi igienici e di un posto caldo dove stare" sottolinea il consigliere. 

Insieme a Zanella, sarebbero diverse anche le associazioni, dentro e fuori dal Tavolo inclusione, che da tempo chiedono una risposta strutturale alla questione abitativa, proponendo l'utilizzo di strutture per gestire la bassa soglia, differenziando e stratificando le risposte, per garantire dignità e protezione alle molte persone che non hanno una dimora e vivono in una situazione di disagio e assoluta precarietà. 

"Il maggior numero delle persone senza dimora si concentra in città  - continua Zanella - e il non dare risposte strutturali al loro problema abitativo non fa altro che alimentare il disagio sociale dei centri più popolosi del Trentino". Nell'interrogazione il consigliere chiede dati relativi al numero di persone che giornalmente chiedono un posto letto, quante di queste rimangono fuori. Perché i container vicini alla Residenza Fersina non vengono utilizzati e se l'intenzione è quella di spostarli a Piedicastello.  Oltre a richiedere un "opportuno confrontarsi col Comune di Trento per trovare spazi adeguati, anche alla luce dell’articolo appena approvato con la Legge provinciale 5/2021 sugli usi temporanei, dove poter attuare progetti specifici per la gestione dei bisogni abitativi delle persone attualmente senza fissa dimora, con il supporto del Terzo settore che si occupa di accoglienza e bassa soglia".

Diocesi e Caritas in aiuto

A inizio novembre la Diocesi di Trento ha reso noto che, per aiutare le persone senza fissa dimora, ha messo a disposizione 125 posti letto (nelle strutture di Rovereto e di Trento) per persone senza fissa dimora.