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Efficaci e letali: la lunga tradizione degli avvelenamenti russi

L'oligarca russo Roman Abramovich e due negoziatori ucraini hanno avuto sintomi da avvelenamento dopo un incontro sull'Ucraina

All'inizio di marzo, l'oligarca russo Roman Abramovich e due negoziatori ucraini hanno avuto sintomi compatibili con un avvelenamento, dopo aver partecipato a uno dei negoziati a Kiev sull'invasione dell'Ucraina. La notizia è stata diffusa dal Wall street journal ed è stata confermata dal portavoce dell'ex proprietario del Chelsea, anche se il consigliere della presidenza e capo negoziatore ucraino Mikhailo Podolyak ha smentito le accuse di avvelenamento dei negoziatori ucraini da parte russa. Noto per avere stretti rapporti con il presidente russo Vladimir Putin, dall'inizio dell'invasione militare Abramovich aveva partecipato a diversi incontri e negoziati che avevano coinvolto delegazioni ucraine e russe.

Nel corso di una riunione informale tenutasi lo scorso 3 marzo, l'oligarca russo aveva iniziato a sentire un crescente bruciore agli occhi, seguito da una desquamazione al viso e alle mani, sintomi compatibili con un avvelenamento da arma chimica, secondo gli esperti. Sintomi simili avevano interessato altri due negoziatori da parte ucraina. Durante quell'incontro avrebbero consumato cioccolata e acqua. Oggi stanno bene, e per il momento non ci sono ulteriori informazioni su chi abbia eventualmente tentato di avvelenarli. Fatto sta che il presunto avvelenamento di Abramovich e dei negoziatori ucraini ha riportato alla memoria vicende simili che hanno coinvolto oppositori russi o personaggi ritenuti scomodi da Mosca, da Alexei Navalny ad Alexander Litvinenko, passando per l'ex presidente ucraino Viktor Yushchenko.

La lunga "tradizione" degli avvelenamenti russi

Un'arma a volte letale, quella degli avvelenamenti, usata anche in tempi di pace. Nel 2004 il candidato alle elezioni presidenziali ucraine e leader dell'opposizione Viktor Yushchenko venne ricoverato in Austria dopo essere stato vittima di un misterioso avvelenamento da diossina, sostanza che gli era stata probabilmente versata nella minestra. Salvato dalla morte, ma con il volto sfigurato, Yushchenko sfidò il filorusso Viktor Yanukovych al ballottaggio delle presidenziali il 23 novembre 2004. L'elezione fu vinta da Yanukovych, ma le accuse di brogli e le proteste di piazza della "rivoluzione arancione" portarono a una ripetizione del ballottaggio che diede la vittoria a Yushchenko. Successivamente Yushchenko affermerà di essere stato avvelenato da tre uomini che erano con lui a cena, poi rifugiati in Russia. Uno di loro era l'ex numero due dei servizi ucraini, Volodymyr Satsyuk, che ha poi ricevuto la cittadinanza russa.

C'è un altro caso eclatante. L'ex agente dei servizi russi dell'Fsb (i servizi segreti russi) Alexander Litvinenko era fuggito a Londra nel 2000, dopo aver accusato i suoi superiori di aver ordinato l'assassinio dell'oligarca Boris Berezovsky. Dalla Gran Bretagna aveva puntato il dito contro il leader del Cremlino Vladimir Putin per l'assassinio della giornalista Anna Politkovskaya. Il 1° novembre 2006 Litvinenko si ammalò improvvisamente e venne ricoverato in ospedale. Litvinenko morì il 23 novembre di quello che venne riconosciuto come avvelenamento da polonio. La sostanza radioattiva sarebbe stata messa nella sua tazza di tè da due russi durante un incontro in un albergo di Londra. Gli inquirenti britannici hanno accusato un agente dell'Fsb, Andrey Lugovoi, di cui Mosca ha rifiutato l'estradizione in una vicenda che ha provocato forti tensioni diplomatiche tra i due Paesi.

Anche il giornalista russo Vladimir Kara Murza, 35enne attivista del movimento dissidente Open Russia, venne ricoverato d'urgenza in terapia intensiva a Mosca il 2 febbraio 2017 e posto in stato di coma farmacologico. I sintomi erano simili al blocco renale improvviso che colpì il dissidente nel 2015 e che lui attribuì allora ad un avvelenamento. Il 19 venne trasferito in un ospedale all'estero, dopo che gli fu diagnosticata un'intossicazione dovuta a una sostanza sconosciuta. Ora Kara Murza vive all'estero. In Russia era vicino a Boris Nemtsov, ex vice premier ai tempi di Boris Eltsin, poi diventato tra i principali critici del presidente Vladimir Putin, assassinato a Mosca il 27 febbraio 2015.

I casi Skripal e Navalny

Il 4 marzo 2018, l'ex agente dell'intelligence militare russa Sergei Skripal e sua figlia Yulia vengono trovati riversi su una panchina della città britannica di Salisbury. Si scoprirà poi che sono stati avvelenati con un agente nervino, il novichok. Entrambi sono guariti dopo un lungo ricovero in terapia intensiva in ospedale, così come un poliziotto britannico rimasto contaminato. Secondo il governo britannico c'è "un'alta probabilità" che la Russia sia coinvolta nell'avvelenamento. Le autorità russe hanno respinto le accuse. Nel 2006 Skripal è stato condannato dalla Russia per alto tradimento a seguito di una presunta attività di spionaggio a favore dei servizi segreti britannici ed è stato privato del grado militare. Dal 2010, dopo aver ottenuto l'indulto ed essere stato incluso in uno scambio di spie tra Russia e Stati Uniti, vive nel Regno Unito, dove ha ottenuto la cittadinanza britannica.

Il caso più recente è quello che ha coinvolto Alexei Navalny, il principale oppositore politico attuale del presidente Putin, che si trova in carcere dal gennaio dello scorso anno e che è già stato condannato a tre anni e mezzo di prigione per aver violato la libertà vigilata, un'accusa che gli osservatori internazionali hanno giudicato pretestuosa. Il 20 agosto 2020, Navalny ha perso conoscenza in aereo durante un volo da Tomsk a Mosca. L'aereo ha fatto uno scalo d'emergenza a Omsk, dove l'oppositore di Putin è stato ricoverato in ospedale in coma. Su pressione di Francia e Germania, Navalny è stato trasportato a Berlino il 22 agosto all'ospedale della Charité, dove gli è stata salvata la vita. Gli è stato riscontrato un avvelenamento con l'agente nervino novichok. Una volta guarito, nel gennaio 2021, Navalny è tornato in Russia dove è stato subito arrestato. Recentemente il leader dell'opposizione russa è stato condannato a nove anni di carcere, accusato di appropriazione indebita.

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