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Oltre 200 trentini a Perugia per accompagnare don Ivan

Il sacerdote originario della val Rendena negli ultimi anni era stato parroco a Rovereto. Ora è vescovo della Chiesa di Perugia-Città della Pieve

Una Perugia in festa, arricchita dall’affetto di tanti trentini, ha abbracciato ieri pomeriggio, domenica 11 settembre, il suo nuovo arcivescovo Ivan Maffeis.

Ad accompagnare il nuovo pastore dell’arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve una trentina di vescovi - molti conosciuti da vicino negli anni del servizio alla conferenza episcopale italiana (Cei) - e anche il Custode di Terra Santa, il trentino Francesco Patton (suo compagno di studi universitari).

Hanno concelebrato almeno 150 preti, tra cui una ventina dal Trentino, da cui sono scesi anche più di duecento fedeli, in particolare dalla val Rendena, terra natia del nuovo presule, e da Rovereto dove è stato parroco negli ultimi due anni. Presenti anche rappresentanti degli alpini, gruppi folcloristici (ben due da Terragnolo) e volontari della protezione civile trentina.

Il rito di ordinazione episcopale si è tenuto nella cattedrale di San Lorenzo, presieduto dall’arcivescovo emerito di Perugia, il cardinale Gualtiero Bassetti, accanto all’arcivescovo di Trento Lauro Tisi e al vescovo amministratore diocesano di Perugia Marco Salvi.

Nell’omelia, il cardinale Bassetti - non senza commozione e ricordando il legame di amicizia e di stima con don Ivan maturato negli anni della sua presidenza Cei - ha avuto per il suo successore parole di grande stima e di incoraggiamento: “A te consegno una Chiesa dalla storia antica, che ha vissuto la comunione con Cristo ma anche sofferto per la divisione. Una Chiesa forse povera di mezzi ma ricca di Spirito Santo. Caro fratello Ivan, vivi fino in fondo i rischi del Vangelo, dovunque il Signore ti chiami. Accogliendo e ascoltando come sai fare tu e scavando con la tenacia che ti contraddistingue, lasciati commuovere! Ama e spenditi per questa nostra Chiesa, custodisci i semi di bene per passare da un cristianesimo di tradizione a un cristianesimo di convinzione”.

“Caro Ivan, sei stato per noi segno di comunione - ha aggiunto monsignor Tisi -. Il dialogo, il rispetto, l’accostamento umile delle persone è il tuo tratto distintivo. Il tuo grande carisma comunicativo ha sempre impedito alle parole di diventare parole-pietra, ma parole che hanno edificato, riconciliato, riconnesso storie frantumate. Ti auguro di continuare a essere per questa Chiesa che ti viene affidata quel segno di comunione, di dialogo e rispetto per le persone, che ti hanno sempre contraddistinto”.

Don Ivan vescovo con don Lauro-2

Don Ivan con l'arcivescovo di Trento Lauro Tisi

“Anche in nome della personale amicizia che ci lega - ha concluso l’arcivescovo di Trento - siamo disponibili come Chiesa trentina a collaborare con la Chiesa di Perugia-Città della Pieve. Penso che se affronteremo questo percorso di dialogo potremo essere arricchiti vicendevolmente. Ti incoraggi il numeroso gruppo di trentine e trentini oggi in mezzo a te”. 

Nelle sue prime parole da vescovo in cattedra, don Ivan ha citato san Paolo (“Rendo grazie a colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù”) ed espresso la sua gioia “per la manifestazione gratuita e inattesa della misericordia di Dio”. Ha menzionato la sua famiglia numerosa, cresciuta dai compianti genitori (insieme al fratello scomparso) con la fiducia nella Provvidenza, l’“amato paese di Pinzolo” (con il parroco don Flavio Girardini e il compaesano don Giulio Viviani) e tutte le comunità trentine dove è stato cappellano e parroco: “Vi chiedo perdono per non essere riuscito a fare di più e meglio”, ha detto.

Don Ivan vescovo-2

Don Ivan, ora vescovo di Perugia-Città della Pieve

II grazie, ancora, alle istituzioni trentine, in particolare al presidente Maurizio Fugatti e ai sindaci di Pinzolo Michele Cereghini e di Rovereto Francesco Valduga (tutti e tre presenti nei primi banchi) e, soprattutto, all’“intera Chiesa di Trento, qui rappresentata da amici fraterni, a cominciare dai vescovi Lauro e Luigi”. “Forte di queste radici - ha aggiunto - custodirò come memoria, compagnia e profezia il dono delle reliquie di Vigilio e dei martiri d’Anaunia”.

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