Covid, perché la sottovariante Centaurus preoccupa gli esperti
"Ha una capacità di trasmissibilità ancora più elevata dei ceppi che l'hanno preceduta"
Muta ed evolve in continuazione, il coronavirus ha trasformato le vite di tutti dal 2020 in poi ed è ancora presente nelle nostre vite. A luglio del 2022, dopo le varie varianti e sottovarianti, Today racconta di una nuova "veste" del virus che preoccupa gli esperti di tutto il mondo. Si tratta della sottovariante di Omicron Ba.2.75, ribattezzata Centaurus, individuata per la prima volta all'inizio di maggio in India e poi registrata in altri Paesi, dal Regno Unito agli Usa, fino alla Germania, il Canada e l'Australia. Ma perché questa nuova sottovariante ha fatto scattare il campanello d'allarme dei virologi? Secondo gli esperti, Centaurus avrebbe una capacità di trasmissibilità più elevata di Omicron 5.
Omicron e la nuova sottovariante
L'Ecdc l'ha definita il 7 luglio come "variante da monitorare". Dalle prime rilevazioni 'Centaurus' potrebbe "essere più trasmissibile o associata a malattie più gravi, ma i dati su questo fronte sono ancora deboli". I virologi sono stati allertati dal numero di mutazioni 'extra' contenute in BA.2.75, rispetto a Ba.2 "da cui è probabile si sia evoluta". "Non sono tanto le singole mutazioni, ma il numero di combinazioni di mutazioni che ci preoccupano - ha spiegato Tom Peacock, virologo dell'Imperial College London, che è stato il primo a identificare Omicron come potenziale problema nel novembre 2021 - È difficile prevedere l'effetto di così tante mutazioni insieme, un quadro che conferisce al virus una sorta di proprietà 'jolly' in cui la somma delle parti potrebbe essere peggiore di ciascuna di esse. Sicuramente 'Centaurus' è un potenziale candidato a sostituire BA.5. Oppure, è probabilmente il genere di cose con cui faremo i conti dopo, ovvero una 'variante di una variante'".
"L'anno scorso eravamo molti convinti che Delta rappresentasse un culmine evolutivo per il virus, ma l'emergere di Omicron e il vasto aumento della variabilità e dell'evasività degli anticorpi è un segno che non possiamo, come popolazione, seguire un piano simil-influenzale per mantenere al passo con l'evoluzione virale", ha osservato, invece, Stephen Griffin, virologo dell'Università di Leeds.
Nei giorni scorsi anche Matteo Bassetti, direttore Malattie Infettive dell'ospedale San Martino di Genova, aveva espresso il suo parere sulla nuova sottovariante: "Occhio senza allarme, credo valga la pena tenere d'occhio la nuova sotto-variante Ba.2.75 identificata in India e altri paesi in quanto potrebbe essere ancora più contagiosa della Omicron 5 e avere un'elevata capacità di infettare, le persone guarite e vaccinate".
Cosa sappiamo di Centaurus
I dati preliminari indicano una infettività doppia rispetto a quella del morbillo. Dati rilevati durante la stagione estiva in India. Per capirci l'erre con zero del morbillo è valutato tra tra 12 e 18, quello dell'influenza classica è minore di 1, quella del virus Sars Cov 2 originario è stato stimato dall’Omshttps://www.today.it/attualita/omicron-centaurus.html tra 1 e 3, quello di omicron tra 15 e 17. Pertanto quello che appare come un virus profondamente mutato potrebbe avere una capacità di contagio quasi doppia a quella attuale. La caratteristica della nuova variante è quella di avere 9 nuove mutazioni della proteina spike in posizioni chiave dei geni che permettono una alta evasività all'immunità favorita dai vaccini, ma anche dalle precedenti infezioni anche prodotte da Omicron. Oltre all'evasività a preoccupare gli esperti è l'aumentata capacità di legarsi al recettore Ace. La nuova variante appare così un virus di seconda generazione, forse frutto di una infezione cronica e si sta diffondendo già nel mondo dopo essere stato rilevato per la prima volta all'inizio di giugno in India in più stati che non sono tutti vicini tra loro (Maharashtra, Karnataka, Jammu e Kashmir).
Ovviamente, è ancora troppo presto per capire quale sarà l'impatto della sottovariante Centaurus, ma le sue caratteristiche e la maggiore trasmissibilità potrebbero renderlo in grado di superare anche le difese degli attuali vaccini. Inoltre se il covid originario si sviluppava come una polmonite, già con Omicron si è visto che la nuova generazione di Sars-Cov-2 riesce ad infettare non solo le cellule del polmone ma praticamente qualsiasi cellula del nostro organismo. In futuro ci troveremo a fronteggiare una malattia completamente diversa, tanto che si parla già di Covid 22.
Fonte: Today