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Restrizioni anti-contagio, si potrà andare nelle seconde case?

La domanda circola dopo il primo provvedimento del governo Draghi e in attesa del nuovo Dpcm in arrivo già nel week end. Le regole attualmente in vigore e come potrebbero cambiare

Uno dei (tanti) dubbi degli italiani riguarda la possibilità di raggiungere le seconde case di fronte alle restrizioni e il fermo degli spostamenti dettati dai provvedimenti che si sono susseguiti dalla fine di febbraio del 2020. Quello della seconda casa, però, rimane un tarlo che si è ripresentato dopo la proroga al divieto di spostamento tra regioni confermato dal nuovo governo Draghi il 22 febbraio e si attendono ancora notizie in merito al nuovo Dpcm (Decreto del presidente del Consiglio dei ministri), il primo dopo l'ex premier Giuseppe Conte, da emanare entro il 5 marzo. 

Si potrà andare nelle seconde case dopo il nuovo decreto 22 febbraio?

La risposta, come riporta Today, è sì, perché il decreto 22 febbraio non contiene nulla che lo vieti e quindi valgono le regole spiegate nella sezione Faq del sito di Palazzo Chigi da parte del governo Conte e che non sono ancora state modificate dal nuovo esecutivo. Ricapitolando, il decreto di Draghi - non ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale - "introduce ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento dell’emergenza epidemiologica da COVID-19" e quindi "In considerazione dell’evolversi della situazione epidemiologica, il decreto dispone":

  • la prosecuzione, fino al 27 marzo 2021, su tutto il territorio nazionale, del divieto di spostarsi tra diverse Regioni o Province autonome, salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o motivi di salute. Resta comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione.
  • Fino al 27 marzo 2021, nelle zone rosse, non sono consentiti gli spostamenti verso abitazioni private abitate diverse dalla propria, salvo che siano dovuti a motivi di lavoro, necessità o salute.
  • Gli spostamenti verso abitazioni private abitate restano invece consentiti, tra le 5.00 e le 22.00, in zona gialla all’interno della stessa Regione e in zona arancione all’interno dello stesso Comune, fino a un massimo di due persone, che possono portare con sé i figli minori di 14 anni (o altri minori di 14 anni sui quali esercitino la responsabilità genitoriale) e le persone conviventi disabili o non autosufficienti. Nelle zone arancioni, per i Comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti, sono consentiti gli spostamenti anche verso Comuni diversi, purché entro i 30 chilometri dai confini.

Il nuovo decreto di Draghi non fa quindi alcun accenno alle seconde case e al rientro possibile, e siccome il governo Conte a gennaio ha dato il via libera al rientro nelle seconde case questo significa che quelle regole sono ancora in vigore. Tecnicamente quindi per ora sono in vigore le stesse regole sulle seconde case anche fuori regione e nelle zone rosse che erano in vigore prima del decreto 22 febbraio. Ovvero quelle spiegate da Palazzo Chigi nelle Faq sul sito del governo.

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