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Covid, reinfezioni al 4% in sette giorni con Omicron

L'identikit di chi corre più pericolo di contrarre, ancora una volta, il virus

La reinfezione da coronavirus nella fase di circolazione dalla variante Omicron vede un nuovo aumento dei nuovi casi. A inizio aprile la percentuale di contagi ripetuti nella stessa persona, sul totale dei casi segnalati, risulta pari a 4,1%, in aumento rispetto alla settimana precedente quando era al 3,5%. Lo evidenzia il Report esteso dell'Istituto Superiore di sanità (Iss) sulla sorveglianza del Covid 19 e l'impatto delle vaccinazioni.

In generale dal 24 agosto scorso al 6 aprile, sono stati segnalati 319.005 casi di reinfezione, pari a 3,1% del totale dei casi notificati. Mentre l'analisi del rischio di reinfezione - a partire dal 6 dicembre dello scorso anno (data considerata di riferimento per l'inizio della diffusione della variante Omicron) - evidenzia un aumento del rischio superiore in alcune categorie. A partire dalle donne. Questo potrebbe essere dovuto, secondo l'Iss, alla loro maggiore presenza nelle scuole (oltre l'80%) dove c'è una intensa attività di screening, ma anche al fatto che le donne svolgono più spesso la funzione di assistenza all'interno della famiglia. Un rischio maggiore è evidente anche negli operatori sanitari e nelle fasce di età più giovani- tra i 12 e i 49 anni - presumibilmente per comportamenti che espongono di più all'infezione rispetto agli over 60. Corrono maggiori rischi anche le persone con prima diagnosi di Covid-19 notificata da oltre 210 giorni rispetto a chi ha avuto la prima diagnosi fra i 90 e i 210 giorni precedenti. Infine nelle persone non vaccinate o vaccinate con almeno una dose da oltre 120 giorni rispetto ai vaccinati con almeno una dose entro i 120 giorni.  

Fonte: Today

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