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Sabato, 20 Aprile 2024
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Sale a 1,12 l'indice Rt: quali sono le regioni a rischio alto

I dati del report settimanale dell'Istituto superiore di sanità

Aumentano l'indice Rt, così come l'incidenza nazionale dei contagi, secondo le rilevazioni del report della cabina di regia del ministero della Salute e dell'Istituto superiore di sanità (Iss), con i dati del monitoraggio settimanale. "Nel periodo 2-15 marzo - si legge -, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,12 in aumento rispetto alla settimana precedente e con un valore superiore sopra la soglia epidemica. Lo stesso andamento si registra per l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero: Rt 1,08 al 15 marzo contro Rt 0,90 al 8 marzo".

L'ultimo monitoraggio Gimbe

Covid: i dati aggiornati sui casi e sui ricoveri

Aumenta anche l’incidenza settimanale a livello nazionale: "848 casi ogni 100.000 abitanti (18-24 marzo) contro 725 ogni 100.000 abitanti (11-17 marzo), dati flusso ministero Salute", sottolinea il report. Leggerissimo calo, invece, per i ricoveri covid in rianimazione. "Il tasso di occupazione in terapia intensiva è al 4,5% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 24 marzo), contro il 4,8% (rilevazione giornaliera al 17 marzo)". In aumento, invece, i ricoveri ospedalieri dei pazienti covid. "Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 13,9% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 24 marzo) contro il 12,9% (rilevazione al 17 marzo)", emerge dal report.

Questa settimana 11 regioni si collocano sopra la soglia di allerta del 15% per l'occupazione dei reparti di area medica da parte di pazienti covid. Sono: Abruzzo (20%), Basilicata (25,7%), Calabria (33,8%), Lazio (17,4%), Marche (22,1%), Molise (15,9%), Puglia (20,8%), Sardegna (19,9%), Sicilia (24,3%), Toscana (15,4%), Umbria (30,1%). Nessuna regione o provincia autonoma supera invece la soglia di allerta del 10% per l'occupazione delle terapie intensive da parte di pazienti covid.

"Quattro regioni e province autonome sono classificate a rischio alto a causa di molteplici allerte di resilienza. Le restanti regioni sono classificate a rischio moderato, di cui tre ad alta probabilità di progressione a rischio alto-secondo", sottolinea il report. "La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in lieve aumento (15% contro 14% la scorsa settimana). È stabile la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (37% contro 37%), mentre è in lieve diminuzione quella dei casi diagnosticati attraverso attività di screening (48% contro 49%)", si legge.

E i vaccini?

"Sulle vaccinazioni c'è stato un rallentamento soprattutto sulla terza dose, ogni giorno serve un'opera di sensibilizzazione - ha detto il sottosegretario alla Salute Andrea Costa ospite di '24 Mattino' su Radio24 -. Mentre sulle prime dosi ci stiamo avvicinando al famoso zoccolo duro dove è complicato intervenire. Faccio fatica a capire come dopo un anno ci siano medici ancora non vaccinati, una posizione difficile da comprendere e forse hanno sbagliato mestiere". "La fine stato emergenza non è fine della pandemia e serve ancora prudenza - ha aggiunto il sottosegretario -. Ma ad oggi all'aumento dei contagi non consegue un aumento dei ricoveri. Dobbiamo però completare le vaccinazioni, i cittadini che non hanno fatto la dose booster devono farla", ha concluso.

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Fonte: Today

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