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Cosa succede in caso di contagio all'estero: le regole per rientrare in Italia (e i limiti del Green Pass)

Le cose da sapere in caso di infezione mentre si è all’estero e cosa serve per tornare in Italia

Si torna a viaggiare, anche se non è possibile scegliere qualsiasi meta, nonostante si parli ancora di contagio da coronavirus. Ma cosa succede in caso di contagio mentre si è in viaggio all'estero? Questa è una delle domande più frequenti da parte di chi si prepara o vorrebbe mettersi in viaggio fuori dai confini dell'Italia, soprattutto in un momento in cui la diffusione della variante Delta preoccupa molti. A luglio, poi, i riflettori sono puntati sugli italiani bloccati a Malta, che non possono per il momento lasciare l'isola a causa di un focolaio di coronavirus.

La revoca del Green Pass

Il Green Pass è nato per agevolare la libera circolazione in sicurezza dei cittadini all'interno dell'Unione europea durante la pandemia di Covid-19 che attesta l'avvenuta vaccinazione Covid (con vaccini approvati dall'Ue), o il risultato negativo al test molecolare o antigienico rapido nelle 48 ore precedenti o ancora la guarigione da Covid-19 negli ultimi sei mesi. In caso di contagio mentre si è all'estero o qualora si venga sottoposti a quarantena perché si è stati a contatto stretto con persone risultate poi positive il Green Pass viene revocato, non è possibile tornare immediatamente in Italia e scatta l'isolamento nei Covid Hotel o nelle strutture previste dal Paese ospitante, generalmente a spese di quest'ultimo (ma non sempre) e con l'assistenza dell'Ambasciata italiana. 

Il questionario per viaggiare sicuri della Farnesina

Dal 21 giugno al 30 luglio 2021, gli spostamenti da/per l'estero sono disciplinati dal Dpcm 2 marzo 2021, Ordinanza 14 maggio 2021 e Ordinanza 18 giugno 2021. Fino al 30 luglio 2021, inoltre, sono prorogate le misure restrittive speciali per Brasile, India, Bangladesh e Sri Lanka.

Sul sito Viaggiare sicuri della Farnesina è possibile compilare un questionario, che sulla base delle risposte che vengono date a una serie di domande spiega cosa fare e quali certificazioni sono necessarie, fornendo informazioni di carattere generale in merito alla normativa vigente in Italia in materia di spostamenti da e per l'estero. La Farnesina consiglia in ogni caso prima di mettersi in viaggio di consultare attentamente la normativa vigente e in caso di dubbi rivolgersi alla polizia di frontiera, alla Prefettura o al Dipartimento di Prevenzione dell’azienda sanitaria competente per il territorio. 

Le regole per i Paesi del Gruppo C

Il sito elenca poi cinque gruppi di Paesi, a seconda di limitazioni e misure per quanto riguarda spostamenti in entrata e in uscita. Nel gruppo A rientrano lo Stato della Città del Vaticano e la Repubblica di San Marino. Il gruppo B indica gli Stati e i territori a basso rischio epidemiologico ma al momento nessuno Stato è ricompreso in quell'elenco. 

Nel gruppo C si trovano la maggior parte degli Stati e territori europei, ma non solo:

Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca (incluse isole Faer Oer e Groenlandia), Estonia, Finlandia, Francia, (inclusi Guadalupa, Martinica, Guyana, Riunione, Mayotte ed esclusi altri territori situati al di fuori del continente europeo), Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi (esclusi territori situati al di fuori del continente europeo), Polonia, Portogallo (incluse Azzorre e Madeira), Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna (inclusi territori nel continente africano), Svezia, Ungheria, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, inclusi Gibilterra, Isola di Man, Isole del Canale, basi britanniche sull'isola di Cipro (il Regno Unito è soggetto a disciplina restrittiva fino al 30 luglio 2021), Svizzera, Andorra, Principato di Monaco, Israele

In base alla normativa italiana, gli spostamenti da/per i paesi del gruppo C sono consentiti senza necessità di motivazione. Chi ha soggiornato o è transitato dei 14 giorni antecedenti l'ingresso in Italia in uno o più paesi dell'elenco C, per fare rientro nel nostro Paese deve presentare la Certificazione Verde Covid-19 e compilare il Passenger Locator Form, prima dell'ingresso in Italia (il modulo sostituisce l’autodichiarazione resa al vettore). Qualora non sia possibile presentare la Certificazione verde, è possibile rientrare in Italia sottoponendosi a isolamento fiduciario e sorveglianza sanitaria per un periodo di dieci giorni, informando il Dipartimento di prevenzione dell'Azienda Sanitaria e facendo un test molecolare o antigenico al termine della quarantena. Per quanto riguarda il rientro dal Regno Unito, indipendentemente dal Green Pass, è obbligatorio sottoporsi a test molecolare o antigenico nelle 48 ore antecedenti all'ingresso in Italia, rispettare un periodo di sorveglianza sanitaria e isolamento di cinque giorni e effettuare un ulteriore test molecolare o antigenico al termine dei cinque giorni di isolamento fiduciario.

I paesi del Gruppo D e E

Nell'elenco dei Paesi compresi nel gruppo D ci sono Australia, Canada, Giappone, Nuova Zelanda, Repubblica di Corea, Ruanda, Singapore, Stati Uniti, Tailandia. Per rientrare in Italia da questi territori, oltre a un tampone entro le 72 ore, è necessario anche sottoporsi a una quarantena di dieci giorni, raggiungendo la destinazione solo con mezzo privato. 

Nel gruppo E rientrano tutti gli altri paesi non elencati precedentemente. Regole speciali valgono per Brasile, India, Bangladesh e Sri Lanka. È stato stabilito il divieto di ingresso in Italia (tranne rare eccezioni) per chi ha soggiornato o via passati da questi paesi nei 14 giorni precedenti li tentativo di rientro nel nostro Paese. 

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