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Coronavirus, quando riapriranno le scuole?

I licei verranno riaperti quando l'indice Rt sarà sotto l’1 (adesso non lo è), dal 4 dicembre senza aspettare la fine delle feste è possibile, ma non probabile. Miozzo (Cts): «Se torniamo in presenza il 7 gennaio avremo regalato praticamente un anno all’ignoranza, all’asocialità». Ma la data più realistica sarebbe secondo qualcuno addirittura l'11 gennaio

La scuola rimane uno degli argomenti, giustamente, al centro delle preoccupazioni di molti, sia dal Governo, sia dal mondo educativo e psicologico. A dieci giorni dal nuovo Dpcm (Decreto del presidente del Consiglio dei ministri), questo argomento viene dibattuto nelle diverse sedi con ancora più vigore. Il dubbio di chi sta studiando il nuovo provvedimento ruota intorno alla data: riaprire il 4 dicembre oppure dopo le feste, a gennaio? Per riaprire, il punto fisso è quello del parametro Rt che, è stato stabilito, dovrà essere sotto l’1 e ora non lo è. Gli ultimi 10 giorni di novembre potrebbero cambiare davvero il futuro di molti.

Quando si torna a scuola

Nelle scorse ore, come riporta Today, il coordinatore del Cts (Comitato tecnico scientifico), Agostino Miozzo, avrebbe fatto sapere al ministro della Salute Roberto Speranza che gli scienziati sono pronti a dare il via libera già da lunedì 23 novembre, anche se l’indice è all’1,18%. Lo assicura il quotidiano La Stampa. Non ci sarà però, per adesso, alcuna accelerazione. Si deciderà solo a ridosso del 3 dicembre. Nell'esecutivo in tanti (la renziana Bonetti e soprattutto il ministro dell'Istruzione Azzolina) sono al lavoro per fare in modo che si possa dare un segnale importante. Una delle ipotesi sul tavolo sarebbe quella di aprire i licei in presenza al 50% già il 4 dicembre. «Non appena avremo pienamente riportato sotto controllo la curva interverremo per ripristinare la didattica in presenza nelle scuole» ha detto Giuseppe Conte, perché «per il governo rimane prioritario consentire agli studenti che sono passati alla didattica a distanza di poter recuperare al più presto la ricchezza di una offerta didattica incentrata sulla interrelazione personale tra docenti e alunni e degli alunni tra loro».

Se dal 4 dicembre si decidesse di aprire i negozi fino alle 22 per lo shopping, con bar e ristoranti e centri commerciali aperti nei weekend, è difficile pensare che la scuola «in presenza», almeno parzialmente, resti un tabù per l'esecutivo. L’ipotesi più realistica pare rimanere il 7 gennaio. Ma la Lucia Azzolina spinge affinché almeno una parte possa rientrare prima. Ci sono tante idee diverse sul tavolo: un ritorno tra i banchi anticipato solo dei ragazzi delle seconde e terze medie, che oggi fanno lezione da casa nelle regioni rosse, o degli studenti di prima superiore e dei maturandi. Oppure una riapertura per zone a seconda dell’andamento dei contagi.

Miozzo (Cts): "Le scuole sono sotto controllo"

Per Miozzo, con tutte le indicazioni date dal Comitato tecnico scientifico per tempo le scuole sono un luogo sotto controllo. Distanziamento, uso delle mascherine, igiene. Tutti elementi che riducono i rischi. E intervistato dal quotidiano romano, avverte: «Chiediamo che si faccia in fretta, che parta uno scaglionamento degli ingressi. Lo abbiamo scritto nell’ultimo verbale: c’è l’esigenza di procedere a una tempestiva soluzione delle tematiche riguardanti il mondo della scuola. In Campania la maggior parte degli studenti da marzo ad oggi ha fatto quattordici giorni in classe, se torniamo in presenza il 7 gennaio avremo regalato praticamente un anno all’ignoranza, all’asocialità. È un danno permanente che stiamo facendo ai nostri ragazzi».

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