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Commemorato il 36esimo anniversario della tragedia di Stava

Il 19 luglio del 1985 un'inondazione di fango provocò la morte di 286 persone

Quello del 19 luglio è un giorno che tanti trentini hanno scolpito in testa. Era il 19 luglio del 1985 quando un'inondazione di fango causata dal cedimento degli argini dei bacini di decantazione della miniera di Prestavel, provocò la morte di 268 persone. A valle, nell'abitato di Stava nel comune di Tesero, arrivarono circa 180mila metri cubi di fango.

36 anni dopo, la tragedia di Stava è stata commemorata con una cerimonia. Nel pomeriggio di lunedì si sono svolte le celebrazioni, ancora in forma ridotta a causa dell'emergenza sanitaria. Prima la messa celebrata da don Albino Dell’Eva nel cimitero monumentale di San Lorenzo, poi la deposizione dei fiori al monumento e l’inaugurazione della mostra “Dove Stava, una valle”.

“È importante essere qui ogni anno per ricordare, perché quella di Stava è stata, soprattutto, una grande lezione che non dobbiamo mai dimenticare” sono state le parole dell’assessore provinciale allo sviluppo economico Achille Spinelli, intervenuto in rappresentanza della Giunta. Accanto all’esponente dell’esecutivo erano presenti - tra gli altri - il sindaco di Tesero Elena Ceschini, il consigliere delegato del Comune di Longarone all’interno della Fondazione Stava 1985 Anna Olivier, il presidente della Fondazione Graziano Lucchi, numerosi primi cittadini della Valle di Fiemme, i consiglieri provinciali Pietro De Godenz e Gianluca Cavada, la senatrice Elena Testor, il commissario della Comunità territoriale della Val di Fiemme Ivan Zanon e il presidente della Sezione degli alpini di Trento Paolo Frizzi. 

Nel rivolgere un plauso e un ringraziamento alla Fondazione che in tutti questi anni ha tenuto vivo il ricordo della catastrofe di Stava, promuovendo iniziative e studi guardando in particolare alle giovani generazioni, l’assessore Spinelli ha ricordato come la causa di quanto accaduto non vada ricercata nella fatalità, bensì “nelle scelte sbagliate che vennero fatte e nella colpevole sottovalutazione delle loro conseguenze. Pensavamo che una cosa del genere non sarebbe mai potuta accadere e invece ci scoprimmo indifesi ed incapaci”.

"Stava – ha sottolineato l’assessore - ci ha insegnato quanto possa essere fragile l’equilibrio che si instaura fra uomo e ambiente e questa era certamente una tragedia evitabile. Da allora il Trentino ha fatto molto sul fronte della prevenzione, dei controlli, della tutela dell’ambiente e dei suoi equilibri legiferando e intervenendo con priorità per la loro salvaguardia".

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