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Circonvallazione

Ianeselli esulta per il via libera di Roma ma delle sue richieste non è rimasto nulla

C'è il parere positivo del ministero sulla circonvallazione ferroviaria ma tra le prescrizioni non figurano quelle richieste dal Comune

Il ministero della Transizione ecologica (MiTe) ha dato parere positivo sulla valutazione di impatto ambientale (Via) per la circonvallazione ferroviaria di Trento. Per il sindaco Franco Ianeselli e il suo assessore alla Transizione ecologica Ezio Facchin si tratta di un successo: “Un punto fermo importante ed essenziale per proseguire nel progetto”, ha detto il primo cittadino. Di ben altro parere è il comitato NoTav. “Nessuna delle prescrizioni contenute nelle delibere del 25 febbraio del Comune di Trento è contenuta nelle condizioni approvate dalla commissione”, afferma Elio Bonfanti, ex consigliere comunale di Trento che da mesi segue la vicenda e che si è letto tutte le 1.800 pagine del progetto di Rete ferroviaria italiana (Rfi).

Il parere in oggetto (un documento di 75 pagine) è quello della commissione tecnica per la verifica dell’impatto ambientale Pnrr-Pniec che fa capo al MiTe. È proprio dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che vengono le risorse per realizzare il bypass ferroviario: 930 milioni di euro, la quasi totalità delle risorse destinate al Trentino

Il documento ripercorre le motivazioni e la storia dell’opera (il cosiddetto lotto 3) che si inserisce nel quadruplicamento della linea ferroviaria Fortezza-Verona. Nelle 75 pagine si affrontano tutti gli aspetti ambientali del progetto e si prendono in esame le prescrizioni arrivate dalla Provincia, dai Comuni interessati e dal dibattito pubblico. Il cuore si trova però nelle ultime 10 pagine con cui la commissione “esprime parere favorevole relativamente alla compatibilità ambientale del progetto” ma subordina il via libera all’ottemperanza di 10 condizioni.

Le condizioni poste dal ministero

Le 10 prescrizioni poste dal MiTe riguardano il rumore, le emissioni in atmosfera, le acque sotterranee e quelle superficiali, il piano di utilizzo delle terre e delle rocce da scavo, i siti di deposito del materiale, i terreni inquinati. Secondo il sindaco Ianeselli “riprendono sostanzialmente e in modo più generale le prescrizioni riportate nella deliberazione del Consiglio comunale 25 del 23 febbraio scorso”.

Un'affermazione - quella del primo cittadino - quantomeno distante da quanto spiegato a TrentoToday da Bonfanti: “Tanto per cominciare, nel parere manca il prolungamento verso nord dopo lo scalo Filzi della galleria artificiale, pensato per mitigare gli effetti dell’attraversamento della parte nord della città. Non si parla dei cosiddetti cameroni che avrebbero dovuto permettere ai treni che non devono caricare o scaricare a Trento di proseguire fino a Salorno. Non ci sarà neppure alcun cantiere pilota, per verificare la compatibilità fra le caratteristiche dell’inquinamento di quel sito e la realizzazione della circonvallazione”. 

“Queste prescrizioni - ribattono dal Comune - sono state sottoposte all’attenzione della Conferenza dei servizi che si è aperta il 15 marzo e dove verranno convogliate tutte le osservazioni e i pareri. Le prescrizioni progettuali richieste dal Comune non influiscono in questa fase sulla procedura di Via”. Una replica che però non convince Bonfanti: “Non è vero che le prescrizioni potranno essere inserite in una fase successiva: l'unico che potrebbe farlo è Rfi che però ha tutto l'interesse a procedere nella maniera più spedita possibile”.

La questione dei terreni inquinati

La condizione più pesante è forse la numero 7 che riguarda il cosiddetto “sito di interesse nazionale” (Sin) di Trento nord dove si trovano le aree inquinate ex Sloi e Carbochimica. Il parere afferma che “i progetti del Pnrr possono essere realizzati nei siti oggetto di bonifica, inclusi i Sin, a condizione che non pregiudichino né interferiscano con l’esecuzione e il completamento della bonifica, né determino rischi per la salute dei lavoratori e degli altri fruitori dell’area”.

Tutti i terreni inquinati di Trento nord andranno quindi analizzati e controllati dall’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente (Appa). “Con questa prescrizione - afferma soddisfatto il comitato - il ministero respinge il tentativo di Rfi di considerare non inquinati i terreni sotto i binari della linea storica e soprattutto obbliga a conferire in discarica speciale i terreni inquinati”. Una condizione che per i NoTav potrebbe far lievitare il costo dell’opera. “Riteniamo - ci spiega Bonfanti - che il terreno inquinato non sia pari a 10mila metri cubi come sostenuto da Rfi ma a 76mila metri cubi. Se pensiamo che il prezzo della bonifica è di cinquemila euro al metro cubo parliamo di un costo di 380 milioni di euro a fronte di un’opera che ne vale 930”.

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