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Arte e cultura / Val di Sole

La grande bellezza di “Vivere in alto”: la mostra che ha superato i 10mila visitatori

Conclusa dopo cinque mesi la straordinaria seconda esperienza artistica, storica, culturale e dal grande valore emotivo, organizzata a Castel Caldes

Due giorni di intense emozioni hanno riempito Castel Caldes, nell’omonimo Comune, in Val di Sole. La “Festa di Finissage” organizzata durante il fine settimana tra il 5 e il 6 novembre ha ufficialmente visto la conclusione dell’ultima straordinaria esperienza artistica ospitata nel castello negli ultimi 5 mesi: “Vivere in alto. Uomini e montagne dai fotografi di Magnum. Da Robert Capa a Steve McCurry”.

Una mostra realizzata da Suazes con Magnum Photos insieme al Castello del Buonconsiglio, monumenti e collezioni provinciali, promosso dall’Azienda per il Turismo delle Valli di Sole, Peio e Rabbi, dal Comune di Caldes, e con il patrocinio della Provincia Autonoma di Trento, con il sostegno di BIM e Cassa Rurale della Val di Sole e che durante le settimane ha portato al castello di Caldes oltre diecimila visitatori.

Una mostra che si è anche sviluppata sul territorio della Val di Sole grazie al “Sentiero della fotografia”, un lungo percorso fotografico in alta quota che ha visto coinvolto il francese Jerome Sessini dell’Agenzia Magnum.

Vivere in Alto, mostra a Castel Caldes e festa di finissage

“C’è un elemento che secondo me è molto forte in questo tipo di progetto ideato, voluto e sostenuto dall’Apt Val di Sole, dove il comune di Caldes partecipa ovviamente e riguarda il fatto che questo livello di qualità delle opere è sicuramente attrattivo per un target di turista che sul territorio viene con un certo tipo di interesse e di curiosità, quindi lo qualifica - ha spiegato il sindaco di Caldes, Antonio Maini -. Però, questo progetto, aiuta stimolando le persone anche del posto a conquistare quella consapevolezza, per cui si può riconoscere quanto valore abbiamo sul territorio. Questi eventi permettono di leggere il territorio e quindi di comprenderne il valore. Non è scontato che le persone che abitano un luogo, lo comprendano. Attraverso eventi come questo anche chi vive il posto lo può comprendere”.

La montagna e gli uomini

La mostra a cura di Marco Minuz e Andrea Holzherr ha rappresentato la seconda importante tappa di un percorso iniziato attraverso l’Apt Val di Sole e l’amministrazione comunale di Caldes nel 2021 con il primo progetto espositivo di un certo spessore: “Vite di corsa. La bicicletta e i fotografi di Magnum. Da Robert Capa ad Alex Majoli” che sposava la straordinaria vocazione del territorio verso la pratica ciclistica.

“Questo progetto si è basato essenzialmente sulla volontà di porre l’attenzione sulle persone che vivono in montagna – ha raccontato Minuz -. Nelle prime riunioni in cui si discuteva di questo progetto e si cercava di individuare quale poteva essere la tematica, è arrivato questo input: alla fine questo grande luna park che si accende è possibile grazie alle persone che hanno deciso di rimanere o di vivere o di venire a vivere e qui. E quindi è forse giusto porre l’attenzione su di loro, per cercare di capire qual sia il rapporto tra gli uomini e la montagna. Infatti abbiamo trovato la frase di Blake: ‘Quando uomini e montagne si uniscono, grandi cose accadono’ che sembrava perfetta. E da lì è partito il progetto”.

Un’esperienza che si è sviluppata su due “livelli”, nel castello attraverso l’opera di grandi fotografi di fama internazionale con opere realizzate in tutto il mondo. E poi, per il secondo livello è stato chiamato un fotografo dell’agenzia Magnum che apparentemente non aveva vicinanza rispetto al mondo classico della montagna, ma cresciuto come reporter di guerra: Sessini. Questo professionista, vivendo il territorio durante l’estate, ha sviluppato un intenso lavoro sugli uomini e le donne della vallata.

Eppure Sessini in Trentino può essere considerato un evento di serendipità, quel termine coniato a metà del 1700 per indicare la piacevole e inattesa scoperta di un qualcosa che non era stato previsto, perché il professionista è subentrato al progetto dopo che un suo collega, per una serie di coincidenze del destino, ha respinto l’offerta.  

E di persone, emozioni e fortunate coincidenze parla spesso la fotografia. La tematica attorno alla quale è stato sviluppato questo progetto ha riguardato il rapporto fra le persone e le montagne. Proprio i fotografi dell’agenzia Magnum, come ha ricordato Minuz durante la visita guidata, hanno una sensibilità molto alta rispetto alla centralità dell’uomo, nel loro lavoro.

Un centinaio di loro fotografie sono state esposte tra le stanze del castello, raggruppate per tematiche che vedono la montagna protagonista. I temi sviluppati sono stati tra i più disparati, per un’esperienza davvero totalizzante.

Dal tema dei luoghi del vivere in alto spaziando dalle testimonianze delle civiltà antiche, con la fotografia di Bruno Barbey, fino alle moderne infrastrutture a servizio del turismo e delle nuove esigenze del vivere in montagna con le foto di René Burri.
 

Su questa sezione l’attenzione è stata indirizzata anche agli interventi dell’uomo sulla montagna, sia per supportare le esigenze del turismo, sia gli interventi per preservarlo e proteggerlo. In questa sezione fotografie di Peter Marlow e Carl De Keyzer.
 

Una seziona è stata dedicata al tema del turismo, attraverso le fotografie di Martin Parr, i colori di Newsha Tavakolian e l’ironia di Jean Gaumy. Ma la montagna è il luogo anche sede di conflitti e per questo vi è stata dedicata una sezione specifica con foto di Alex Majoli e Christopher Anderson. È la stessa percezione e sensibilità dell’uomo a trovare la bellezza nelle montagne e al piano più alto del castello, sono state esposte fotografie che rendevano conto della magia delle altezze, con opere di Paolo Pellegrin e Thomas Hoepker. Il percorso terminava con la dimensione spirituale della montagna con foto di autori come Chris Steele-Perkins e Raghu Rai.

La festa di Finissage

La mostra è piaciuta davvero molto. Come detto ha registrato oltre diecimila visitatori e per questo è stata prolungata di un mese, fino al giorno di chiusura stagionale del castello: il 6 novembre. Per concludere questa esperienza di una stagione dedicata alla fotografia d’autore, gli organizzatori hanno pensato a una “festa di finissage”, con due giornate dove il filo conduttore della mostra, il rapporto fra uomini e montagne nella fotografia è stato declinato in vari ambienti, strettamente sempre connessi: cultura, musica e tradizioni.

Sabato pomeriggio il castello ha ospitato la performance musicale e visuale del musicista Anzwart. Durante questa esperienza sensoriale avvolgente, l’artista del suono ha mescolato le sue creazioni con le immagini realizzate da Sessini in Val di Sole, restituendo emozioni inedite ai presenti. Domenica 6 novembre dopo la visita guidata con il curatore della mostra, Minuz e la proiezione dell’intervista di Sessini che ha raccontato del progetto del “Sentiero della fotografia”, gli “Armonica Cantori Solandri” hanno sancito la fine dell’evento del quale già si sente la nostalgia in valle con la loro strabiliante performance.

Per completare l’esperienza immersiva nelle arti, nel fine settimana di finissage residenti e amici della zona sono stati coinvolti in un progetto che ha dato loro la possibilità di vivere un altro lato della fotografia: l’essere soggetto protagonista di un progetto: “Ritratti di un paese”. A prestare il suo occhio e la sua personale sensibilità al progetto, c’era il fotografo Elia Ferandino. Eppure, nonostante la nostalgica chiusura, questa “fine” ha tutti i contorni di essere solo un momentaneo “arrivederci” al prossimo progetto e, quindi, un nuovo inizio.

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