Caro energia, anche le funivie costano di più

Il caro energia dovuto prima alla ripresa post pandemia e poi alla guerra in Ucraina colpisce tutti i settori, anche gli impianti di risalita sulle piste da sci. Gli impianti a fune scontano infatti l’aumento del costo di energia elettrica, gas, carburanti e materie prime, ma anche quello dell’acciaio che nelle ultime settimane è cresciuto in media del 30 per cento. Secondo i dati Istat, lo scorso febbraio l’indice dei prezzi alla produzione dell’industria e delle costruzioni è aumentato del 32,8 per cento su base annua.

Per questo venerdì 22 aprile la Giunta provinciale ha approvato la deliberazione proposta dall’assessore allo Sport e turismo Roberto Failoni per adeguare all’inflazione il cosiddetto “coefficiente H” che definisce il costo convenzionale degli impianti a fune in Trentino, in particolare per la parte elettro-meccanica e le opere civili. L’ultimo aggiornamento risaliva al 2004.

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Il provvedimento era stato fortemente richiesto dall’associazione nazionale degli esercenti funiviari del Trentino. Secondo una verifica del Servizio impianti a fune e piste da sci (Sif) della Provincia sui dati raccolti dall'Agenzia provinciale incentivazione delle attività economiche (Apiae), esisteva infatti una differenza media del 44 per cento tra i costi sostenuti per gli impianti a fune realizzati negli ultimi cinque anni in Trentino e il costo risultante dalla formula in vigore. Il coefficiente è stato così portato da 1 a 1,35, ovvero un aumento del 35 per cento.

Per lo stesso motivo, sempre nella giornata di ieri, la Giunta ha anche aggiornato (rispetto alle tabelle del 2016) le tariffe delle prestazioni del Laboratorio tecnologico impianti a fune (Latif) che ha il compito di eseguire tutte le prove sulle funi per garantirne la funzionalità e l'idoneità alle norme di sicurezza.