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Economia

Contro il caro bollette la risposta sono le comunità energetiche

Avviato a palazzo Thun un confronto tra mondo economico, scientifico e istituzioni per creare anche a Trento le prime comunità energetiche

Di fronte all'impennata dei prezzi dell'energia il fotovoltaico è oggi la tecnologia più adeguata ad affrontare l’emergenza e le comunità energetiche sono gli strumenti migliori per ottimizzare l'autoconsumo e ridurre i costi delle bollette. Ne è convinto il Comune di Trento che giovedì 10 marzo ha avviato un confronto tra istituzioni, mondo economico e scientifico per costruire una strategia territoriale e favorire lo sviluppo delle rinnovabili.

"È fondamentale che tutti i cittadini siano messi nelle condizioni di accedere alle soluzioni più avanzate di produzione e risparmio energetico, in modo che la forbice delle disparità sociali ed economiche non si allarghi ulteriormente", ha detto l'assessore alla Transizione ecologica del Comune di Trento Ezio Facchin. Nell'incontro a palazzo Thun, Facchin ha riunito i vertici di Dolomiti energia, Confindustria, associazione Artigiani e Cooperazione. Per il mondo scientifico c'erano Maurizio Fauri, docente del dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica (Dicam) dell’università di Trento, nonché consulente del Governo per i progetti del Pnrr, e Luigi Crema, direttore del centro per l’energia sostenibile di Fbk. 

Il paradosso trentino: aumentano le bollette nonostante il 95% di energia rinnovabile

Cos'è una comunità energetica

Presente ormai da diversi anni in Paesi come Danimarca e Germania, le comunità energetiche sono associazioni di cittadini, attività commerciali, autorità locali o imprese che decidono di unire le proprie forze per dotarsi di impianti per la produzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili. 

In Italia il fenomeno è recente: secondo Legambiente sono attive o in corso di attivazione 20 comunità energetiche rinnovabili su tutto il territorio nazionale. Ma è destinato a crescere: grazie alla conversione in legge del decreto Milleproroghe del 2019 le comunità energetiche rinnovabili sono state istituzionalizzate anche nel nostro Paese.

Nella pratica questo significa che associazioni di cittadini, catene di negozi, enti territoriali o aziende con uffici nello stesso stabile potranno dotarsi di un impianto condiviso, con una potenza complessiva inferiore a 200 kW, per l’autoproduzione di energia per il consumo immediato o per stoccarla in sistemi di accumulo e utilizzarla quando necessario.

La strategia del Comune di Trento

All'incontro tenutosi ieri ne seguiranno altri, più mirati. Da palazzo Thun fanno sapere che tutti gli interlocutori si sono dichiarati disponibili a collaborare innanzitutto a promuovere una cultura più consapevole riguardo all’uso dell’energia.

Tra gli obiettivi dell’amministrazione comunale c’è poi la costituzione di una cabina di regia che metta insieme tutte le parti in causa - quelle tecnico-scientifiche, il credito, gli imprenditori del settore - per favorire la cooperazione tra i cittadini e la creazione a Trento delle prime comunità energetiche.

"È importante che sia diffusa anche la conoscenza degli aspetti più tecnici riguardanti le rinnovabili e che siano comprese tutte le implicazioni legate all’attivazione delle comunità energetiche - afferma il sindaco Franco Ianeselli -. Si tratta di aspetti non sono solo di tipo ambientale o economico, ma che hanno importanti risvolti in termini di coesione sociale".

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