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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Carenza infermieri in Rsa, sindacati: “Da anni denunciamo la questione. Li tuteleremo”

Nursing up e Uil Fpl chiedono un Tavolo trasversale tra tutte le parti per progettare al meglio il futuro socio sanitario assistenziale trentino, con una visione sistemica e lungimirante

C'è carenza di infermieri nelle Rsa in Trentino e si abbassano, provvisoriamente, i requisiti minimi di gestione. Il 4 luglio, fa sapere Nursing up, il dirigente generale del Dipartimento salute e politiche sociali della PaT ha emesso una nota con oggetto “Assistenza infermieristica in Rsa: requisiti minimi transitori”. Con questa, in via transitoria ed esclusivamente in questo specifico contesto straordinario ed emergenziale, è stata data indicazione agli enti gestori di Rsa, di riduzione dei parametri infermieristici così come segue

  • almeno 4 (invece di 6 come da direttive del Servizio sanitario provinciale del 2022) infermieri nelle Rsa fino a 60 residenti con reperibilità per il turno notturno;
  • 1 infermiere ogni 15 (invece di 10) residenti nelle Rsa con residenti fra i 61 e i 70 con reperibilità per il turno notturno;
  • almeno 6 infermieri nelle Rsa fra i 71 e 90 residenti con presenza attiva per il turno notturno;
  • 1 infermiere ogni 15 residenti nelle Rsa dai 91 residenti in su con presenza attiva per il turno notturno.

Inoltre, nella nota viene precisato che il coordinatore infermieristico può concorrere a garantire lo standard minimo di personale infermieristico.

Dopo aver appreso la notizia, da Nursing up è stata espressa “Grande preoccupazione per quanto sta accadendo a livello provinciale in merito alla gestione di questa grave emergenza/carenza di professionisti sanitari”. Ritenendo quella attuale “Una ulteriore riduzione degli standard infermieristici in Rsa, già gravemente sottodimensionati a fronte della crescente complessità assistenziale e sanitaria dei residenti, mette a forte rischio la sicurezza e la qualità delle cure degli ospiti, nonché aggrava ulteriormente le condizioni di lavoro e la dignità della professione infermieristica”.

Non solo Nursing up, anche la Uil Fpl che da anni insiste perché si trovino le modalità operative adatte ad attrarre personale su queste strutture, fondamentali per gli anziani e per il territorio, ha preso parola in questa situazione.

“Purtroppo - commenta Uil Fpl - l’evoluzione dell’utenza e l’innalzamento delle richieste territoriali che a queste strutture sono state fatte, non è corrisposta la valorizzazione del personale che in queste realtà continua ad operare: blocco della contrattazione prima e mancanza di un confronto sulle necessità operative poi non hanno reso semplice, e soprattutto appetibile, questo settore. Da non dimenticare poi la sicurezza di operatori e residenti, che con l’emergenza Covid è scoppiata. La cronica assenza di personale nei ‘luoghi di cura’ la dice lunga sui messaggi sociali che il nostro Trentino non ha saputo ravvivare negli anni”.

Ora è tempo di reagire, riorganizzare e rinforzare questo settore importantissimo per una buona parte della popolazione. I sindacati spingono verso una nuova progettazione di soluzioni concrete, sia da un punto di vista della formazione di nuovi infermieri, sia dal punto di vista della programmazione delle attività.

“È necessario - proseguo Uil Fpl - strutturare soluzioni integrate socio -sanitarie (se ne parla da decenni!) tra Azienda Sanitaria, Rsa e servizi assistenziali territoriali. Inoltre, il contratto collettivo deve rispondere puntualmente a queste professionalità: l’emergenza, che ad oggi coinvolge il personale medico ed infermieristico, non deve trascinarsi anche sugli Oss”.

È stato infine richiesto un Tavolo trasversale tra assessorato alla salute, Dipartimento alla salute e alle politiche sociali, organizzazioni sindacali del settore, ordini professionali e Uopsal, per progettare al meglio il futuro socio sanitario assistenziale trentino, con una visione sistemica e lungimirante.

Nursing up ha poi concluso affermando: “Stiamo monitorando la situazione e saremo pronti ad intervenire a tutela dei professionisti sanitari”.

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