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Canone Rai, dal 2023 cambia il pagamento

L'importo sparirà dalla bolletta della luce. Tra le ipotesi al vaglio anche la possibilità di pagare con il modello 730

Se ne parla ormai da qualche giorno: l'importo del canone Rai dovrebbe presto sparire dalla bolletta della luce. Il condizionale è ancora d'obbligo, ma ha ricevuto la scorsa settimana il via libera un ordine del giorno presentato dalla parlamentare Maria Laura Paxia (gruppo misto) al decreto energia approvato alla Camera. L'ordine del giorno è stato prima accettato dal governo come raccomandazione e poi accolto con riformulazione, ovvero senza dover essere messo ai voti.

Le ipotesi per pagare il canone in altro modo vanno dal trasformarlo in una tassa sulla casa (come in Francia) o in una tassa sull’auto (come in Israele). Oppure affidare la riscossione dell’imposta tv ad agguerrite società di recupero crediti (come nel Regno Unito o in Svizzera). L’Unione europea chiede all'Italia di eliminare il canone dalla bolletta elettrica perché considera questa voce come un intruso, un onere improprio, in quanto non legato ai consumi di elettricità. E l'esecutivo è orientato ad accontentare l’Ue.

Impossibile però tornare al vecchio sistema, quando si chiedeva di pagare "volontariamente": il tracollo della Rai sarebbe quasi certo in tal caso. L'evasione in passato sfiorava il 30 per cento, nelle casse della Rai mancavano centinaia di milioni di euro ogni anno.

Al momento si guarda con attenzione alla Francia, dove il canone televisivo viene pagato come tassa aggiuntiva sulla prima casa, con versamento tra il 15 e il 25 novembre di ogni anno. L’importo è pari a 138 euro (contro i 90 dell’Italia). In questo modo l’imposta televisiva diventerebbe una voce del 730. Facile ipotizzare che il tema sarà uno dei più dibattuti in vista della prossima legge di bilancio, quando mancheranno pochi mesi alle elezioni politiche del 2023 e si sarà di fatto in piena campagna elettorale. 

Altra strada percorribile è quella che hanno intrapreso Svezia, Norvegia, Finlandia, Belgio, Olanda, Spagna. Ovvero: canone addio. Più semplicemente, lo Stato decide quanti soldi siano necessari alle reti pubbliche e glieli assegna direttamente. Sempre soldi pubblici sono, ma la percezione è diversa. In Italia, la Rai sarebbe destinataria di un assegno statale di 1630 milioni.

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