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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Vaccini, potrebbe esserci un cambio di piano: cosa vuole fare il governo Draghi

Piano di prenotazione più efficiente, impiego di esercito, Protezione Civile e Poste. In alcuni territori l'immunizzazione procede a rilento, Draghi punta all'accentramento

Il piano vaccinale sotto il governo Draghi potrebbe cambiare a breve. Attualmente le regioni si stanno gestendo in autonomia e con strategie diverse la campagna vaccinale anti-covid, tra fine marzo e inizio aprile sono attese quattro milioni e mezzo di dosi. Oggi l'esecutivo ragiona su un effettivo "cambio di rotta" con l'accentramento a livello nazionale nell'ottica di annullare le disparità che vedono alcune categorie vaccinate prima di altre e il siero agli over 80 ancora al palo. 

Il piano del governo Draghi 

Le dosi dei vaccini Pfizer, Moderna e AstraZeneca sono attese entro Pasqua, ma quello che emergerebbe dai monitoraggi in mano al governo sarebbe una somministrazione non celere.Come riporta Today, il sistema digitale di conferma delle prenotazioni potrebbe finire in tilt. Per questo lunedì 23 marzo Mario Draghi ha convocato una riunione d'urgenza con il commissario straordinario per l'emergenza coronavirus Francesco Paolo Figliuolo e il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio. E, racconta Repubblica, il ministro degli Affari Regionali ha contattato le Regioni per consigliare di utilizzare la piattaforma unica di Poste e di avvalersi della logistica che il governo è pronto a mettere a disposizione da Roma. 

Pare proprio che il governo sia disponibile a inviare squadre di esercito e protezione civile per sostenere la campagna di immunizzazione di massa. Monitorando gli interventi delle regioni e chiedendo loro di correre. La speranza è quella di continuare a immunizzare over 80, personale scolastico e forze dell'ordine. Tra le regioni c'è disparità: chi è seguito da Poste non ha particolari problemi, tutti gli altri sì tranne quelle regioni che hanno un sistema di distribuzione funzionante come Lazio, Emilia-Romagna e Veneto. 

Le Regioni per ora non hanno chiesto alcun aiuto. Tranne la Calabria, dove è stato inviato personale a supporto mentre il commissario Figliuolo ha chiesto di allungare l'orario di apertura dei centri vaccinali, possibilmente anche con gli orari notturni. A pesare restano le disparità regionali nel garantire le categorie più a rischio. La direttiva senza eccezioni è quella di concentrarsi sulle vaccinazioni degli over 80 e di quelle persone reputate estremamente vulnerabili con i caregiver, oltre a prevedere il rafforzamento delle squadre a domicilio.

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