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Bonus bollette, protestano anche i sindacati: "Migliaia di famiglie escluse"

Cgil, Cisl e Uil avvertono: "Con i criteri approvati dalla Giunta Fugatti, dei 25 milioni di euro a disposizione per le famiglie trentine se ne spenderanno forse la metà"

“L’intervento varato dalla Giunta è una fregatura bella e buona. In un attimo sono state tradite tutte le promesse fatte da gennaio in avanti quando avevamo chiesto un intervento per le famiglie alle prese col caro bollette”. I sindacati non vanno per il sottile. Dopo l'accusa arrivata martedì da parte dei consiglieri provinciali di minoranza Sara Ferrari (Pd), Paolo Zanella (Futura) e Paola Demagri (Partito autonomista trentino tirolese), ora anche Cgil, Cisl e Uil contestano l'aiuto approvato dalla Giunta Fugatti.

“Molte famiglie dovranno accontentarsi degli interventi statali: a cosa serve l’autonomia, a cosa sono serviti gli stati generali della montagna?”, si chiedono oggi le tre confederazioni sindacali. L'aiuto è stato infatti agganciato all'assegno unico provinciale, ma per applicarlo si è deciso di adottare un calcolo più restrittivo del solito, includendo così solo le famiglie in povertà ed escludendo 9mila famiglie che superano il valore Icef di 0,40, ma sono comunque considerate a reddito medio-basso.

Il paradosso è che il problema non sono i finanziamenti: a disposizione ci sarebbero 25 milioni di euro. “Quando ci sono di mezzo le imprese - attaccano Andrea Grosselli (Cgil), Michele Bezzi (Cgil) e Walter Alotti (Uil) -, la Giunta aumenta gli stanziamenti a dismisura, quando invece bisogna aiutare famiglie e lavoratori, allora cerca di spendere il meno possibile”. Con i criteri approvati, per i sindacati, infatti, si arriverà a spendere "forse la metà" dei soldi stanziati.

“Il conto è semplice - incalzano i tre segretari -. Saranno circa 17mila famiglie con figli a beneficiare del sostegno provinciale in maniera automatica, per una spesa stimabile intorno ai 6 milioni di euro. Per aggiungere i 10mila nuclei che Fugatti esclude dal beneficio sarebbero sufficienti 3,5 milioni circa. Insomma con 10 milioni di euro o poco più si garantirebbe un aiuto a tante famiglie con figli. E ne resterebbero altri 15 milioni per coprire chi invece dovrà presentare domanda tramite la nuova piattaforma informatica. Ma anche in questo caso si tratta di una barzelletta: il termine ultimo per chiedere il bonus con la nuova procedura è il 31 maggio, cioè tra 20 giorni. Non c’è neppure il tempo di capire di che si tratta che i termini sono già chiusi”.

Per i sindacati servirebbero inoltre misure strutturali: “Abbiamo chiesto interventi sull’addizionale Irpef, su benefici provinciali per i figli. Ma su questo tema la Giunta Fugatti non si è nemmeno degnata di rispondere. Ormai è chiaro: di famiglie e lavoratori agli emuli trentini di Salvini non importa nulla”.

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