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Accoglienza, ascolto e aiuti: tutti i numeri della Caritas trentina

Presentato il bilancio. Si va dai 150 posti letto per senzatetto ai 190mila euro distribuiti a disoccupati e precari

Già l'ambiente è emblematico: la conferenza stampa di presentazione del bilancio Caritas della diocesi di Trento viene ospitata nella chiesa di San Massimiliano Kolbe a Centochiavi, trasformata dallo scorso anno in un dormitorio per persone senza dimora. Presenti l'arcivescovo di Trento Lauro Tisi, il delegato dell'area testimonianza don Cristiano Bettega e il referente caritas Alessandro Martinelli.

Non c'è dubbio che la pandemia abbia accentuato povertà e fragilità già note da tempo sul territorio. A tal proposito, sottolinea il vescovo, l'emergenza principale è di tipo relazionale: "C’è un grande dolore. Un dolore che spesso non emerge perché è difficile anche solo narrarlo: mi riferisco soprattutto al diffuso disagio relazionale, che va oltre i problemi di natura economica.  L’impegno di un servizio a tutto tondo è quello di passare dal guardarsi le spalle all’andare incontro all’altro: è l’ora di gente che osa l’incontro e non si spaventa per la violenza e la frustrazione".

In questo senso, i numeri diffusi dalla Caritas diocesana trentina sono emblematici. Si comincia con la parte più recente, ovvero l'accoglienza invernale dei senzatetto. Oltre alle case di accoglienza di Trento e Rovereto, quest'anno la diocesi è intervenuta con le aperture straordinarie di casa San’Angela (Trento, via Rosmini), grazie alla disponibilità della Compagnia di Sant’Orsola, e della Chiesa di San Massimiliano Kolbe (Trento, Centochiavi), per garantire ospitalità ad un totale di 50 persone senza dimora, che sino alla fine di marzo potranno trovare un nuovo spazio di vita. Complessivamente, tra strutture stabili e quelle temporanee nella stagione fredda, sono 125 i posti letto messi a disposizione dalla diocesi.

Numeri importanti anche per quanto riguarda l'attività dei centri di ascolto: le persone incontrate dai Cedas di Trento e Rovereto nel corso del 2021 (da gennaio a fine ottobre e solo in queste due città, in attesa dei dati su tutto il territorio) sono state 1.131, per un totale di 4.635 interventi, tra accoglienza, ascolto, servizio viveri e vestiario. Per il 40% si tratta di aiuti alimentari e di buoni spesa, in gran parte donati da enti, associazioni e privati, mentre è aumentata la richiesta di sostegno per gli affitti, le utenze domestiche, le spese vive di accompagnamento sociale.

Sull’intero territorio sono presenti 19 Centri di Ascolto e Solidarietà zonali e 25 Punti di ascolto parrocchiali, per un totale di 44 luoghi Caritas, che quest’anno hanno sostenuto più di un migliaio di persone, fornendo, soprattutto grazie ai volontari, ascolto, accompagnamento e beni di prima necessità.

Sono invece complessivamente 346 le persone aiutate in questi mesi di pandemia dal fondo straordinario “InFondo speranza”, avviato nel luglio 2020 per sostenere singoli e famiglie alle prese con le conseguenze socio-economiche dell’emergenza in atto, distribuendo 190.289 euro a fondo perduto. Una solidarietà rivolta in particolare a disoccupati, lavoratori precari e autonomi che hanno subito l’interruzione delle attività.

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