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La bandiera arcobaleno sventola sulla facciata del Comune di Trento

Ianeselli: «Lo scarto tra il progresso scientifico-tecnologico e il riconoscimento dei diritti civili elementari è un fardello che ci portiamo dietro tuttora e di cui faremmo volentieri a meno. Per questo oggi issiamo a palazzo Geremia la bandiera arcobaleno: perché il Comune di Trento aderisce convintamente alla Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia riconosciuta dall'Unione europea e dalle Nazioni unite»

Il 17 maggio è la giornata mondiale contro l'omotransfobia. A Trento, sulla facciata del Comune, sventola la bandiera arcobaleno, simbolo usato attualmente del movimento di liberazione omosessuale. La notizia è stata divulgata dal sindaco di Trento, Franco Ianeselli, con due post pubblicati sulla sua pagina e su quella del Comune. 

«A pensarci oggi» scrive il sindaco Ianeselli, «pare davvero incredibile: l'umanità è riuscita a mettere piede sulla Luna e a trapiantare un cuore umano già negli anni Sessanta del secolo scorso. Ma solo il 17 maggio del 1990, 31 anni fa, l'omosessualità è stata rimossa dalla lista delle malattie mentali dell'Organizzazione mondiale della sanità».

Il 17 maggio è infatti l'anniversario della decisione da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) di rimuovere l'omossesualità dalla lista delle malattie mentali nella Classificazione internazionale delle Malattie. La decisione, che risale al 17 maggio 1990, ha portato, nel 2004, a festeggiare per la prima volta la giornata mondiale contro l'omotransfobia ideata da Louis-Georges Tin, curatore del Dictionnaire de l'homophobie (Presses Universitaires De France 2003). 

«Lo scarto tra il progresso scientifico-tecnologico e il riconoscimento dei diritti civili elementari è un fardello che ci portiamo dietro tuttora e di cui faremmo volentieri a meno» prosegue Ianeselli. «Per questo oggi issiamo a palazzo Geremia la bandiera arcobaleno: perché il Comune di Trento aderisce convintamente alla Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia riconosciuta dall'Unione europea e dalle Nazioni unite. Il riconoscimento istituzionale però non basta: quello che serve è una larga condivisione sociale e insieme una legislazione adeguata che preveda aggravanti specifiche per i crimini d'odio e le discriminazioni contro omosessuali e transessuali. È questo l'obiettivo della legge Zan, approvata alla Camera dei deputati e purtroppo incagliata da troppo tempo al Senato».

La legge approvata dalla Camera specifica all'articolo 4 che "sono fatte salve", cioè non sono punibili, «la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti». In altre parole il ddl estende il reato di discriminazione anche ai reati di violenza basati sul sesso, sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere, ma non intacca la libertà di espressione com'è stato spesso raccontato. A meno che con le parole non si travalichi il confine della discriminazione e della violenza. Infine, con la nuova legge verrebbe istituita una giornata Giornata nazionale contro l'omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia.

«Speriamo che questa giornata di sensibilizzazione serva a superare veti e resistenze e a far diventare il Ddl Zan una legge della nostra Repubblica» conclude il primo cittadino di Trento. «Il Comune di Trento ha aderito nel 2013 alla rete Ready (Rete nazionale delle pubbliche amministrazioni anti discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere) proprio perché considera le differenze un valore e condanna non solo la violenza, ma anche le parole ostili di chi alimenta il pregiudizio e l'intolleranza nei confronti delle persone omosessuali, bisessuali e transessuali».

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