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Lotta alla violenza di genere, ecco come accedere al sostegno per le vittime

Approvati i criteri per l'assegno: fino a 400 euro al mese per aiutare le donne che hanno subito violenze

Si sblocca l'accesso all'assegno di autodeterminazione, la misura che la provincia autonoma di Trento ha messo in campo per sostenere le donne vittime di violenza da parte del partner. La giunta infatti ha approvato i criteri e le condizioni per l'accesso all'assegno.

"Viene così introdotto un nuovo intervento economico provinciale, previsto dalla legislazione provinciale in materia, per sostenere l’autonomia delle donne vittime di violenza e in particolare per agevolare l’autonomia abitativa e il rafforzamento o il raggiungimento dell’autonomia personale" spiega l’assessore provinciale alle politiche sociali Stefania Segnana.

"L’assegno - continua l'assessore - assume dunque una valenza socialmente rilevante, come supporto alla donna nella sua scelta di allontanarsi dalla violenza ed intraprendere un percorso volto a recuperare la capacità di autodeterminare il proprio percorso di vita".

In occasione del 25 novembre, la giornata contro la violenza sulle donne, erano stati diffusi i dati trentini per quanto riguarda questo drammatico fenomeno: nel 2020 sono stati 475 i casi venuti alla luce, con 391 denunce. Ma il dato molto probabilmente è sottostimato a causa del lockdown, che ha di fatto costretto tante donne a convivere con i propri partner senza poter denunciare all'esterno. 

I dati raccolti poi, attestano che le denunce e l’emersione della violenza avvengono in un contesto dove i servizi di sostegno sono presenti e continuativi soprattutto per le fasce più deboli e le donne con figli. In questo senso agisce la misura concreta di sostegno introdotta in Trentino.

"L’assegno di autodeterminazione - aggiunge Segnana - punta a rafforzare il sistema di protezione già applicato in provincia di Trento; è infatti slegato dalla prestazione lavorativa, dalla cittadinanza e dalle condizioni di soggiorno e serve come garanzia di indipendenza economica, e dunque concreta forma di sostegno, per le donne che intraprendono percorsi di fuoriuscita da relazioni violente".

La misura consiste in un assegno mensile pari a 400 euro, ridotto a 200 euro se la richiedente è ospite di una struttura residenziale socio-assistenziale che garantisce anche il vitto. L’assegno è corrisposto per un periodo minimo di tre mesi e massimo di dodici mesi sulla base di quanto previsto dal piano personalizzato di intervento. Le risorse utilizzate per finanziare questo intervento economico sono interamente provinciali.

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