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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Armi al posto di aiuti umanitari: la scoperta all'aeroporto di Pisa

Al posto del materiale umanitario i lavoratori hanno trovato casse piene di munizioni ed esplosivi destinati alla guerra in Ucraina. Sabato la manifestazione

Sono stati i lavoratori dello scalo dell'aeroporto Galileo Galilei di Pisa a scoprire che il carico di un volo in partenza non conteneva “materiale umanitario”, ma casse di armi di vario tipo, munizioni ed esplosivi destinate al conflitto in Ucraina. Così si sono rifiutati di caricare il materiale e si sono rivolti all’Unione sindacale di base (Usb) che ha denunciato pubblicamente il fatto.

"Mentre ancora si fa finta di discutere sull’intervento in Ucraina, dal territorio italiano partono carichi di armi non soltanto dagli aeroporti militari ma anche da quelli civili", si legge in una nota dell'Usb diffusa sabato 12 marzo. Il sindacato ha organizzato una manifestazione in programma sabato 19 marzo alle 15 davanti al Galileo Galilei, per ribadire il no alla guerra e all’invio di armi dall’Italia.

"L'Italia aveva promesso l'invio di armi e munizioni all'Ucraina - spiega l'Usb -, ma il problema è che in questo caso la spedizione sarebbe avvenuta da un aeroporto civile. Dal Cargo village presso l'aeroporto civile partono voli umanitari, che dovrebbero essere riempiti di vettovaglie, viveri, medicinali e quant’altro utile per le popolazioni ucraine".

"Denunciamo con forza - prosegue l'Usb - questa falsificazione che usa cinicamente la copertura umanitaria per continuare ad alimentare la guerra in Ucraina". Il sindacato chiede "alle strutture di controllo del traffico aereo dell’aeroporto civile di bloccare immediatamente questi voli di morte" e ai lavoratori di "continuare a rifiutarsi di caricare armi ed esplosivi che vanno ad alimentare una spirale di guerra che potremo fermare solo con un immediato cessate il fuoco e il rilancio di dialoghi di pace". 

I voli militari verso la Polonia

Tra l'1 marzo e il 13 marzo ci sono stati almeno 27 voli militari dell'aeronautica militare italiana partiti dagli aeroporti di Pisa, Pratica di mare e Grosseto e diretti in Polonia, alla base Nato di Rzeszow. Tutti hanno evitato di sorvolare lo spazio aereo dell'Ungheria, che non permette il passaggio di carichi militari verso l'Ucraina dal proprio territorio.

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