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Anche da Trento si chiede a gran voce la pace in Colombia

Appello per fermare la rivolta contro la riforma fiscale, si contano un centinaio di morti, oltre novecento feriti e aggressioni quotidiane contro i giornalisti

Continua la brutale repressione da parte dello Stato colombiano contro i civili. Dal 29 aprile sono un centinaio i morti accertati, oltre 900 i feriti, innumerevoli le aggressioni mirate e centinaia i dispersi. Le associazioni del nodo trentino "In Difesa Di", con l'appoggio del Comune di Trento e del sindaco di Franco Ianeselli, si aggiungono alle organizzazioni, alle cittadine e ai cittadini che in Italia e nel mondo stanno chiedendo per la Colombia il rispetto dei diritti umani e il ripristino della democrazia.

Particolarmente preoccupante è la situazione per ciò che concerne le giornaliste e i giornalisti colombiani, in particolare freelance, esposti ogni giorno a pericoli e a vessazioni. Secondo la Flip - Federazione per la libertà di stampa della Colombia - sono state 149 le aggressioni al personale dei media locali nel mese di sciopero generale. Messaggi allarmati arrivano ogni giorno da giornaliste e giornalisti anche italiani, che chiedono giubbotti antiproiettile e protezione internazionale per poter svolgere il proprio lavoro nella situazione di estremo conflitto che si è determinata nel Paese.

L'Organizzazione delle Nazioni Unite, l'Unione Europea, e i principali governi del mondo hanno espresso preoccupazione e sdegno, condannando la violenza della polizia contro cittadine e cittadini scesi in piazza in queste settimane contro la riforma fiscale emanata dal Governo del presidente Ivan Duque. Trento come "Città In Difesa Di" - con il Nodo trentino della rete "In Difesa Di" - appoggia la campagna internazionale Sos Colombia e chiede alle autorità colombiane l'immediata fine della violenza contro la società civile e a quelle italiane una voce ferma in solidarietà con le cittadine e i cittadini colombiani.

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