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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Chiusure domenicali, le associazioni di categoria presentano un esposto: "Grave danno economico alle imprese"

"Tra effetto covid-19 e chiusure domenicali e festive - dicono - da ora a fine anno perderemo 150 milioni di consumi e saranno a rischio oltre 2.000 posti di lavoro"

Dopo l'approvazione del ddl sulle chiusure domenicali dei negozi (che prevede anche delle eccezioni), le associazioni del commercio si uniscono nel presentare un esposto alla presidenza del Consiglio dei ministri.

“La legge provinciale che prevede la chiusura dei punti vendita nelle domeniche e nei giorni festivi rappresenta un grave danno economico per le imprese, un disservizio per i consumatori e un forte freno alla ripresa per il territorio”, dichiarano unite Confcommercio Imprese per l’Italia – Trentino, Confesercenti del Trentino, Federdistribuzione, Ancc-Coop, Ancd-Conad, le associazioni del commercio maggiormente rappresentative della Provincia.

L'esposto presentato chiede alla presidenza del consiglio di promuovere la questione della legittimità costituzionale della norma dinanzi alla corte costituzionale. La materia relativa agli orari di apertura dei negozi è infatti attinente alla promozione e tutela della concorrenza, e in quanto tale di pertinenza statale.

Perché le associazioni sono contro le chiusure

"È inconcepibile come una simile iniziativa sia presa in un momento di così grave difficoltà per l’economia del territorio e per il commercio - denunciano le associazioni -. Siamo di fronte a un quadro estremamente allarmante per quanto riguarda i consumi, con cali prevedibili nel 2020 per i prodotti non alimentari del 35%. Se a questo aggiungiamo l’effetto delle chiusure domenicali e festive nei soli 6 mesi finali del 2020 possiamo stimare una riduzione dei consumi pari a 150 milioni, oltre a rischi occupazionali per oltre 2000 persone e centinaia di negozi che potrebbero cessare l’attività".

Secondo le associazioni le chiusure domenicali porterebbero uno spostamento di persone dalla provincia di Trento in atre province nelle quali le restrizioni sulle aperture dei negozi non sono in vigore, e avantaggerebbe l’e-commerce. Per quanto riguarda il turismo poi, settore già messo a dura prova, chiudere i negozi la domenica e nei giorni festivi andrebbe in direzione contraria alle reali necessità della ripartenza.

"Risulta incomprensibile - concludono le sigle di categoria - la suddivisione del Trentino in comuni ad alta intensità turistica, con la penalizzazione di Trento, di Rovereto e di molti altri comuni. È stato dichiarato, anche in occasione del dibattito sulla riforma della promozione turistica, che il turista non riconosce confini amministrativi: quindi, coerentemente, tutto il territorio del Trentino andrebbe confermato a valenza turistica. Sotto l’aspetto del metodo, ci corre l’obbligo di chiedere un maggior ascolto da parte degli Amministratori provinciali. Non ci pare produttivo chiudere la porta ad ogni ragionamento rimandando il tutto ad una verifica successiva".

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