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Attualità Centro storico / Via Antonio Gazzoletti

Un anno fa il femminicidio di Agitu. Una statua di legno per ricordarla

La scultura esposta nell'atrio del Palazzo della Regione

È passato praticamente un anno (era il 29 dicembre 2020) dal femminicidio di Agitu Ideo Gudeta, la pastora etiope uccisa da un dipendente della sua azienda agricola. Una vicenda che ha colpito profondamente il Trentino, dato che Agitu era da più parti considerata come un simbolo positivo di integrazione. Ora, anche la Regione la ricorda e le rende omaggio.

Nell’atrio del palazzo della Regione lungo la vetrata di via Gazzoletti è stata esposta, e lo resterà fino a fine gennaio, una scultura che ritrare proprio la donna etiope. L'opera è stata realizzata da Marino Carletti di Sant’Agnese di Civezzano che aveva conosciuto e stimato Agitu in Val dei Mocheni.

La statua è a grandezza naturale, ed è realizzata in legno di cirmolo recuperato dopo la tempesta Vaia che ha colpito il Trentino nell'ottobre 2018. La statua rappresenta la ragazza con delle formaggelle in mano, mentre il lungo e largo abito è intagliato con motivi faunistici della zona mochena, dove viveva Agitu, e da due mani che sorreggono un mondo a rappresentare, secondo l'autore, l'essere cittadini del mondo che accomuna tutta l'umanità. L'opera è accompagnata da arnesi tipici per la lavorazione del latte, da alcune sculture minori dello stesso autore sempre realizzate in cirmolo e da due dipinti che richiamano il tema dell'allevamento e della pastorizia: a destra della statua troviamo un quadro intitolato "Stalla" di Guido Matuzzi, mentre a sinistra c’è un’opera di Conrad Peter Bergmann intitolata "ritorno all'ovile" e fanno parte della collezione d'opere d'arte della regione Trentino-Alto Adige.

agitu statua legno 3-2

"Agitu Idea Gudeta - scrive la Regione in una nota -, si era fatta conoscere in tutta la regione, ma anche oltre confine, per l’attività di allevamento di capre e la vendita di prodotti caseari realizzati con il loro latte che aveva avviato in Val dei Mocheni, ma soprattutto per la passione e l’amore che metteva nel suo lavoro".

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