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Aggressioni in carcere, Fugatti: “Manca personale, il ministero intervenga”

Il 16 marzo un detenuto ha colpito alla testa un agente di polizia penitenziaria con un machete rudimentale realizzato di nascosto. Il presidente della Pat organizza un incontro con il sindacato

Dopo l'ennesima aggressione ai danni di un agente di polizia penitenziaria da parte di un detenuto avvenuta mercoledì 16 marzo nella casa circondariale di Spini di Gardolo, il presidente della Provincia Maurizio Fugatti annuncia per la prossima settimana un incontro con una rappresentanza sindacale degli agenti in servizio nel carcere di Trento.

Concordato con il commissario del Governo Gianfranco Bernabei, l’incontro è stato fissato proprio alla luce degli ultimi fatti di cronaca. L'episodio di mercoledì infatti - quando un detenuto già in regime chiuso ha colpito alla testa un agente con un "machete rudimentale" realizzato di nascosto con il profilato di una finestra - è solo l'ultimo di una serie di episodi violenti. Lo stesso detenuto a gennaio era stato protagonista di un'aggressione a due poliziotti, uno dei quali è rientrato al lavoro da meno di un mese. 

Solo nel mese di ottobre, nel carcere di Trento gli agenti hanno subito violenze da parte dei detenuti il 19il 20 e di nuovo il 29 ottobre. Secondo i dati forniti dal sindacato nazionale autonomo di polizia penitenziaria (Sinappe), la situazione a Spini di Gardolo è drammatica: nel 2021 si sono contati 90 atti di autolesionismo, 16 tentati suicidi, 73 colluttazioni e 16 ferimenti.

“All’interno della casa circondariale persiste un problema di carenza di personale, anche rispetto al numero di detenuti presenti, su cui sin da inizio mandato abbiamo chiesto al ministero di intervenire - afferma il presidente Fugatti -. Si tratta di un tema di assoluta importanza, su cui ci confronteremo anche con la direzione del carcere, sempre in accordo con il prefetto”.

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