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Accoglienza ucraini, il plauso del capo della protezione civile al Trentino

Durante la sua visita Fabrizio Curcio, responsabile del dipartimento nazionale, ha parlato di “una risposta di solidarietà che coinvolge tutta la comunità trentina”

“Un sistema capace di creare un clima positivo attorno alle persone accolte, con la presenza costante di mediatori e volontari. Una risposta di solidarietà che coinvolge tutta la comunità trentina”. Sono le parole che il responsabile del dipartimento nazionale della protezione civile Fabrizio Curcio - oggi, giovedì 5 maggio, in visita in Trentino - ha usato per descrivere l’accoglienza dei profughi ucraini sul territorio.

Curcio è stato prima accolto a Trento, per poi recarsi a Levico Terme e a Baselga di Pinè - accompagnato dal presidente della Provincia Maurizio Fugatti e dall’assessora provinciale alla Salute Stefania Segnana - per osservare da vicino l’impegno del Trentino nell’emergenza Ucraina.

Il capo della protezione civile ha visitato in particolare gli spazi della croce rossa a Levico - dove hanno trovato alloggio una quarantina di persone con patologie psichiatriche grazie a un convoglio umanitario da Leopoli - e Villa Anita di Piné, la struttura gestita dalla cooperativa Casa che accoglie attualmente 47 persone.

Accoglienza ucraini in Trentino: i numeri

Al momento sono 2.180 i profughi ucraini presenti in provincia: per il 90 per cento si tratta di donne, i minorenni sono 47. Tra le persone accolte, 1.755 hanno trovato sistemazione in autonomia, attraverso parenti o amici, mentre 425 sono accolte nell’ambito del protocollo Provincia-Commissariato del governo. Ad oggi il Trentino ha messo a disposizione 2.996 posti letto (cifra che comprende i 560 posti forniti dal sistema di accoglienza della Provincia) in 115 territori comunali.

In generale in Italia sono 107mila gli ucraini accolti. Oltre il 90 per cento non grava sui sistemi di accoglienza territoriali avendo scelto una via autonoma. “Il Paese - ha spiegato Curcio - ha scelto tre modelli: il rinforzo della rete ordinaria che fa capo alle prefetture, l’accoglienza diffusa e l’autosostegno che da qualche giorno permette a questi cittadini di presentare domanda sul sito della protezione civile nazionale. Finora abbiamo censito 23mila domande e in Trentino siamo attorno al 34 per cento delle circa 800 persone che hanno già presentato domanda di protezione temporanea alla Questura di Trento”.

Dopo aver ringraziato il Trentino, responsabile del coordinamento delle protezioni civili regionali, per aver dimostrato anche in questa occasione di essere un punto di riferimento affidabile, Curcio ha parlato della sfida inedita che il sistema della protezione civile sta affrontando: “Siamo abituati a contrastare gli effetti di calamità e incidenti, ma la guerra è un’altra cosa e coinvolge dinamiche molto complesse e globali - ha detto -. Un conto è gestire profughi uomini, giovani, soli, un altro affrontare le esigenze di donne, spesso con figli, o anziani”.

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